«Lo studio del latino per un’Europa più unita»
Corso per docenti delle scuole medie e superiori. Mordeglia: «Cultura classica bistrattata»
TRENTO La promozione e il rinnovamento del sistema educativo, insieme al recupero dei testi classici come basi imprescindibili per costruire un’Europa più unita. «Parliamo tanto di unificazione europea e Carlo Magno, già nel IX secolo, capisce che la riunificazione si fa anche con la cultura, non solo su base politica. Per questo promuove il ritorno ai classici e la loro traduzione, oltre a introdurre una riforma della scuola basata sul recupero di quella cultura». A sottolinearlo è Caterina Mordeglia, docente di letteratura latina dell’Università di Trento, che fa riferimento all’età carolingia per sottolineare il valore e l’attualità de «Il latino e l’Europa.
Percorsi culturali e pratiche didattiche - edizione 2020». Si tratta di un corso, di cui Mordeglia è responsabile scientifica, organizzato da Iprase e dal Dipartimento di lettere e filosofia dell’ateneo trentino, destinato ai docenti di scuola secondaria di secondo e di primo grado, che insegnino latino, greco, materie letterarie e storia dell’arte.
C’è tempo fino all’1 marzo per aderire a un programma in quattro tappe, che inizia mercoledì 4 marzo (dalle 15 alle 18) nella sede del Dipartimento di via Gar, a Trento, e prosegue negli stessi orari per i tre mercoledì successivi. Un’iniziativa articolata in una parte teorica e una pratica, che nasce dalla necessità di fornire ai docenti un aggiornamento disciplinare ma anche dalla volontà di dare una panoramica culturale di ampio spettro sulla materia. «Al tempo stesso, è importante far capire cosa significhi in concreto affermare che la cultura classica è alle radici di quella europea — precisa la responsabile — attuando nella pratica didattica strategie di collegamento efficaci tra i vari argomenti e le varie discipline». Al centro di questa seconda edizione si pone «il mito», un tema che attraversa la cultura europea, non solo nei testi mitologici e letterari ma anche nelle raffigurazioni artistiche. «Bisogna sempre avere presente che quando si parla di Europa il medioevo rappresenta uno snodo cruciale, in cui avviene la codificazione di tutte le istanze letterarie e culturali antiche. Se l’origine dei miti è greca, sono poi stati recepiti dalla cultura latina, filtrati attraverso il medioevo e l’età tardoantica, e di questo non sempre hanno coscienza gli insegnanti», aggiunge Mordeglia. Dal punto di vista della didattica e dell’insegnamento, inoltre, «negli ultimi anni le discipline classiche sono piuttosto bistrattate, con sbocchi professionali in contrazione in tutta Europa». Anche per questo, significativamente il primo incontro verte sul tema della «certificazione linguistica del latino: inquadramento europeo e applicazioni pratiche». Un’iniziativa che equipara la lingua latina alle lingue europee moderne, la cui conoscenza è appunto regolata da una serie di certificazioni. Un dato in controtendenza va però messo in luce: sono circa centocinquanta, e il fenomeno è in crescita, gli studenti di istituti superiori provinciali che ogni anno affrontano questa certificazione. Negli incontri seguenti si affronterà «La mitologia latina, da Ovidio all’Europa» e quindi «Vite di santi e tradizioni popolari europee». L’incontro conclusivo analizzerà invece «Quale eredità lascia il teatro latino all’Europa?».Il corso è riconosciuto valido ai fine della formazione degli insegnanti e permette il collegamento remoto con le scuole delle valli.
Carlo Magno, già nel IX secolo, capì che la riunificazione si fa anche con la cultura