Corriere del Trentino

Balasso Arlecchino «Maschera di oggi»

Il comico in scena a Merano e Bolzano: «Questo pubblico? Amore dichiarato Ma io vado in crisi con la differenzi­ata»

- Di Silvia M.C. Senette

Al Puccini e al Cristallo la piéce con la regia di Binasco. L’attore: «Il segreto del successo? Ho avuto fortuna. Il talento te lo ritrovi tra i piedi, non c’è merito»

Doppia data per Natalino Balasso che martedì 25 alle 20.30 e mercoledì 26 alle 21 porta rispettiva­mente al Teatro Puccini di Merano e al Cristallo di Bolzano il capolavoro di Goldoni Arlecchino servitore di due padroni, diretto da Valerio Binasco.

Molti suoi colleghi affrontano con timore il pubblico altoatesin­o. Lei?

«Ormai c’è confidenza, è un amore dichiarato. Vengo da moltissimi anni e ultimament­e collaboro strettamen­te con lo Stabile di Bolzano. Ci passo un po’ di tempo ogni anno».

Lavoro o vacanza?

«Lavoro. Ma la città è bellissima, sembra di essere in vacanza comunque. Poi, certo, recitare in città è molto diverso rispetto a farlo in centri piccoli: il pubblico cittadino è molto più abituato al teatro. Ma lì mi sono sempre trovato bene, salvo la mia grossa difficoltà con la raccolta differenzi­ata. Sono veneto e vengo da luoghi in cui le immondizie si buttano direttamen­te nel canale. Mi ha molto colpito la vostra attenzione alla vita sana. Girando non vedo molti esempi così virtuosi».

Tante repliche per questo Arlecchino. È stanco?

«Non sono mai stanco, ma sono nato stanco. Arlecchino non è riposante: è depresso e goffo, ma mi tocca correre e io non sono un grande amante dello sport. Ora con Binasco mi tocca praticarlo».

In due anni il suo Arlecchino è cambiato?

«Gli spettacoli cambiano sempre, questa è la bellezza del teatro: non lo puoi afferrare. Trovo ridicole le critiche basate sulle impression­i di una sera. Cambia la confidenza che prendi con il personaggi­o e con ciò che dice. Gli spettacoli sono animali vivi, si trasforman­o continuame­nte».

E allora che Arlecchino arriva a Bolzano?

«Con la regia di Binasco ci siamo avvicinati più a Goldoni e meno alla versione strehleria­na della commedia dell’arte, con frizzi e lazzi e personaggi grossolani che non hanno psicologia. Qui abbiamo personaggi più complessi, sul palco c’è verità, ma anche sentimento. E finalmente si capisce la storia: siamo di fronte a una trama interessan­te. Arlecchino è una sorta di italiano anni ‘50 di questa Italia povera ma dignitosa: ha bisogno di mangiare e di un lavoro».

Cosa lo rende attuale?

«Cerchiamo sempre nei classici cosa l’autore voglia dirci. In realtà siamo noi che dobbiamo tirare fuori le cose che ci possono servire per decifrare il presente. E questo spettacolo ci racconta molto del nostro tempo. Assistiamo a una sorta di ritorno all’indietro, la società sta diventando prevaricat­rice, con rapporti di forza in cui ancora tanta gente ha il problema di mangiare e con l’avvento dei nuovi nazionalis­mi stiamo diventando più maschilist­i».

Che messaggio può cogliere lo spettatore?

“Non ho mai visto il teatro come un’isola da cui lanciare bottiglie con scritti dei messaggi, ma come una sorta di caleidosco­pio: tu guardi e decifri con gli strumenti che hai. È giusto che il teatro evochi sentimenti anche basilari, poi è il pubblico a interpreta­re. La religione dà risposte, il teatro pone domande».

A lei cosa sta lasciando l’Arlecchino?

“Soprattutt­o il lavoro fatto con Binasco, il mio regista ideale. A 60 anni faccio fatica a trovare chi mi possa insegnare qualcosa, l’esperienza porta a trovare difficilme­nte maestri. Ma ho trovato chi può insegnarmi qualcosa e me lo terrò stretto».

Qual è il segreto della sua carriera?

«Ho avuto fortuna. Riconosco di avere talento, ma il talento non te lo conquisti: te lo ritrovi tra i piedi, non c’è merito».

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Al centro Natalino Balasso in una delle scene di «Arlecchino servitore di due padroni», regia di Valerio Binasco., che sarà in scena martedì e mercoledì a Merano e Bolzano Balasso è nato a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, 59 anni fa. È autore e attore di teatro, cinema, radio e television­e e ha debuttato in teatro nel 1991, in tv a fine anni ’90
Sul palco Al centro Natalino Balasso in una delle scene di «Arlecchino servitore di due padroni», regia di Valerio Binasco., che sarà in scena martedì e mercoledì a Merano e Bolzano Balasso è nato a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, 59 anni fa. È autore e attore di teatro, cinema, radio e television­e e ha debuttato in teatro nel 1991, in tv a fine anni ’90

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