Corriere del Trentino

Beltrami e Sanremo «Fu una scampagnat­a»

Il musicista trentino e il festival ‘80: «Entrai di corsa, in tuta»

- Fabio Nappi

Quarant’anni fa il primo cantautore trentino calcava il palco del Festival di Sanremo con Non ti drogare. Era il febbraio del 1980 quando Alberto Beltrami salì correndo sul palco del Teatro Ariston in tenuta sportiva, presentato da Claudio Cecchetto, proponendo una canzone dall’andamento folk accompagna­to dal coro di due bambine. Il brano fu eliminato dalla giuria e non raggiunse la finale del sabato, l’unica al tempo a essere trasmessa in diretta televisiva. Alberto Beltrami era il proprietar­io della discoteca Stork di Madonna di Campiglio dove faceva il deejay e si dilettava a comporre canzoni con l’amico Goran Kuzminac. «Negli anni ‘70 Francesco De Gregori veniva in vacanza a Campiglio dove io avevo la casa – ricorda Beltrami

– e fu lui a farmi conoscere Vincenzo Micocci. Il discografi­co e produttore romano che aveva sotto contratto De Gregori, Venditti, Cocciante e Rino Gaetano mi scritturò assieme a Kuzminac per l’etichetta «Una sors coniunxit» e dopo aver pubblicato alcuni 45 giri nel 1980 tentammo la carta del Festival di Sanremo». Quel festival che vide la vittoria di Toto Cutugno, ma viene ricordato soprattutt­o per la spregiudic­ata conduzione di uno scatenato Roberto Benigni. «Ricordo che qualche anno prima di Sanremo avevo incontrato Benigni a Roma proprio davanti allo studio di Micocci - racconta Beltrami -. Lui voleva sfondare come cantautore, ma fu respinto, alla pari di Alberto Fortis che poi dedicò a Micocci la sua Milano e Vincenzo. Nonostante l’eliminazio­ne Non ti drogare suscitò una certa attenzione per il tema trattato e anticipò l’uscita dell’album Correndo, che conteneva canzoni come Venezia, Luci del sud e Una. «La canzone è nata pensando a Satisfacti­on dei Rolling Stones: tre semplici accordi che invitavano a ripetere il ritornello e un messaggio contro la droga che al tempo venne bollato come moralista. Ricordo comunque l’esperienza sanremese con grande divertimen­to, una sorta di scampagnat­a con gli amici. All’epoca eravamo avvantaggi­ati dalle basi registrate, ma i movimenti sul palco erano tutti studiati. Ricordo che mi avevano quasi costretto a entrare correndo in tuta da ginnastica e stivaletti: da lì nacque la voce che fossi maestro di sci ma in realtà non l’ho mai fatto». Dopo Sanremo Beltrami tornò al suo locale di Madonna di Campiglio e continuò a scrivere canzoni, che però non furono pubblicate. «Era tutto pronto per incidere il disco ma a quel punto sono scappato e tornato alla mia vita in Trentino. Sono però rimasto nel mondo della musica e del cinema, realizzand­o musiche per film e documentar­i assieme a mia moglie. L’anno scorso ho pubblicato per Aurora Vision l’album Luci del deserto, che vede anche la partecipaz­ione di Flaco Biondini, chitarrist­a di Guccini».

Contratto Fu De Gregori a presentarm­i il produttore Micocci

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Eclettico Alberto Beltrami è cantautore, musicista, compositor­e di colonne sonore per film e documentar­i, dj. Primo trentino in gara

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