L’Euregio: il confine resta aperto
Vertice Fugatti, Kompatscher, Platter: definita l’intesa. Intanto a Dimaro trovata positiva una turista di Codogno
I governatori dell’Euregio uniti: il confine del Brennero rimarrà aperto. Intanto nuovo contagio in Trentino: una donna lombarda colpita a Dimaro, è già tornata a casa.
«Il confine del Brennero resta aperto. Gli esperti ci dicono che in questo momento un’eventuale chiusura non sarebbe di alcuna utilità nell’ottica di prevenire il contagio da coronavirus». Ad affermarlo è il governatore tirolese Günther Platter, a margine del vertice avuto ieri con gli omologhi di Alto Adige e Trentino, durante il quale è stato deciso di portare il coordinamento dell’emergenza a livello euroregionale.
Le parole di Platter ricalcano, quasi alla lettera, quelle che aveva espresso ieri il governatore altoatesino Arno Kompatscher. Parole che erano suonate quasi un appello, al Land Tirolo, a evitare misure unilaterali come quella di domenica sera quando, poco dopo le 21, alla frontiera erano stati bloccati tutti i treni provenienti dal territorio italiano. In particolare un Eurocity rimasto fermo per alcune ore, dopo che a Verona due passeggere erano state fatte scendere perché presentavano sintomi compatibili con quelli del Covid-19 (poi però risultate negative ai test).
Ora arriva la rassicurazione di Platter, convinto che «proprio in situazioni come questa l’Euregio assuma un significato fondamentale. Abbiamo deciso di costituire un centro di coordinamento composto dai vertici di Sanitätsdirektion Tirol, Azienda sanitaria dell’Alto Adige e d Dipartimento salute e politiche sociali della provincia di Trento». Un cambio di rotta, arrivato dopo che anche in Tirolo si è attivato il contatore dei contagi: due, per il momento. Si tratta di una giovane coppia del bergamasco, al momento in isolamento alla clinica universitaria di Innsbruck. «Sono arrivati in Austria venerdì — spiega ancora il governatore — e al momento presentano sintomi lievi. Stiamo lavorando per capire se sul territorio ci siano altre persone provenienti dalle zone a rischio».
Anche il governatore trentino Maurizio Fugatti è convinto della bontà della scelta di portare il coordinamento a un livello superiore «per mettere in campo strategie comuni». Anche in Trentino, ricorda, i casi di contagio sono in aumento: «Dopo i tre turisti lombardi a Fai della Paganella, c’è il caso di quella arrivata a Dimaro da Codogno, risultata positiva ai test e già rimpatriata». Numeri ai quali si aggiungono, chiaramente, quelli altoatesini.
L’incontro di ieri fra i tre governatori, aggiunge Kompatscher, «è stato un passo avanti importante. Tutte le decisioni vanno viste a seconda della situazione che si evolve di giorno in giorno, ma non ci sono motivi che giustifichino panico o psicosi di massa perché siamo preparati». Perché le misure siano efficaci, però, il coordinamento deve essere a un livello ancora superiore. Ne è convinto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ieri in videoconferenza con i rappresentanti di Regioni e Province, fra i quali, chiaramente, anche Kompatscher e Fugatti che, insieme agli omologhi del resto d’Italia, hanno «sollecitato un’ordinanza unica per tutte le province che non presentano “cluster”, e cioè che non sono epicentro di contagi, e un’altra per quelle a rischio».
Conte aveva parlato di «ordinanze studiate insieme ai massimi esperti in circolazione, per uniformare i comportamenti, anche dei cittadini, per cercare di razionalizzare le iniziative messe in campo dai sindaci con ordinanze di vario tipo e che rischiano solo di creare maggiore confusione e falsa insicurezza». Le disposizioni, che riguarderanno anche scuole, gite scolastiche e manifestazioni pubbliche, sono attese per le
Fugatti
È giusto mettere in campo strategie comuni. Le decisioni, in questo momento, vanno poste a un livello superiore
Kompatscher
Non ci sono motivi che giustifichino panico o psicosi di massa perché siamo preparati ad affrontare l’emergenza sanitaria
prossime ore.
Intanto sul fronte della condivisione dei protocolli da adottare nella lotta al proliferare dei contagi si muove, chiaramente, anche il ministro della salute, Roberto Speranza, ha convocato ieri un vertice di crisi con i Paesi confinanti, al quale hanno partecipato i suoi omologhi di Austria,
Svizzera, Slovenia e Francia. Restano in vigore, per il momento, le ordinanze disposte a livello locale. «Quando arriverà l’ordinanza nazionale — specifica il Landeshauptmann — le misure adottate verranno in parte confermate e in parte integrate con quelle nuove».