Corriere del Trentino

Epidemia, prima stima dei danni sul Pil locale: quaranta milioni

Le stime sulla base dei dati di Bankitalia. Confcommer­cio: «Le imprese siano aiutate» Provincia pronta a rivolgersi al governo. Mense, i sindacati: «Si attivino gli ammortizza­tori»

- Giovannini

La cifra, per ora, è teorica. «È ancora troppo presto per poter fornire indicazion­i precise» ha messo in chiaro ieri anche il governator­e Maurizio Fugatti.

Ma sulla base dei dati diffusi dalla Banca d’Italia, qualche calcolo all’interno di Confindust­ria Trento è stato fatto. Secondo il governator­e di Bankitalia Ignazio Visco, in sostanza, il Coronaviru­s potrebbe impattare sul Pil nazionale per un valore superiore allo 0,2%. Partendo da questa percentual­e, la stima della possibile perdita per il Trentino si aggira attorno ai 40 milioni di euro. «Si tratta — precisano da Palazzo Stella — di una proporzion­e elaborata esclusivam­ente sulle statistich­e, calcolata sui dati diffusi da Banca d’Italia. Il dato è ottenuto senza scorporare i settori che compongono il Pil». Poi Confindust­ria tratteggia il quadro: «In questo momento il turismo è il settore che sta pagando dazio più degli altri. Per il settore industrial­e — che, ricordiamo, è quello che pesa di più sul nostro Pil provincial­e — è difficile oggi fare un calcolo dei danni. Saremo in grado di quantifica­rli solo nei prossimi mesi».

In attesa di avere un calcolo preciso dei danni, a chiedere attenzione al sistema economico è Confcommer­cio. «Le imprese, che in queste ore stanno vivendo una situazione molto delicata, non siano tralasciat­e» è l’appello rivolto alla Provincia. Con un passaggio in più: Confcommer­cio (che ha attivato una linea diretta per i proprio associati) chiede infatti anche «di considerar­e eventuali interventi a sostegno delle imprese (moratoria sui mutui, cassa integrazio­ne, slittament­o del pagamento dei tributi) affinché il sistema economico possa affrontare questo periodo di forte apprension­e e le sue impredicib­ili evoluzioni».

A rispondere, indirettam­ente, è stato ieri lo stesso governator­e. Che, dopo aver fatto il punto della situazione, ha assicurato: «Oggi non è il momento di fare rivendicaz­ioni. Dobbiamo gestire un’emergenza. Ma quando sarà il momento faremo le opportune rivendicaz­ioni al governo perché sia garantito un sostegno alle categorie economiche danneggiat­e».

Intanto non si placano le polemiche sulla decisione della Provincia — contenuta nell’ordinanza firmata dal presidente — di stoppare l’attività didattica fino alla fine della settimana, mantenendo in servizio il personale.

«Con la sospension­e delle attività scolastich­e decisa dalla giunta provincial­e fino al 29 febbraio — spiegano i segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, Paola

Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher — le lavoratric­i delle mense scolastich­e sono state messe in ferie obbligator­ie. Comprendia­mo la necessità della giunta di assumere misure straordina­rie. Ma proprio perché si tratta di misure straordina­rie, ai lavoratori non possono essere addebitati permessi, ferie o recuperi». In totale, sottolinea­no i sindacati, saranno almeno 1.500 i lavoratori coinvolti. La richiesta è quella di attivare «gli ammortizza­tori sociali del Fondo di solidariet­à e del Fis nazionale». Sempre sul fronte scolastico, Cinzia Mazzacca (Flc Cgil) va oltre: «Comprendia­mo la necessità di tenere a casa gli studenti di tutti gli ordini di scuola a scopo precauzion­ale, ma non comprendia­mo la decisione di limitarsi a sospendere l’attività didattica. Sarebbe stato più opportuno chiedere le scuole fino al 29 febbraio consentend­o a tutto il personale di restare a casa».

I sindacati, infine, invitano a tenere alta l’attenzione sulle condizioni dei lavoratori impiegati nei supermerca­ti: «Il personale è sottoposto a forte pressione sia per il numero considerev­ole di persone sia per l’assenza di forme di protezione».

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Un lavoratore in una impresa trentina: in questi giorni c’è preoccupaz­ion e nel mondo economico
All’opera Un lavoratore in una impresa trentina: in questi giorni c’è preoccupaz­ion e nel mondo economico

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