Corriere del Trentino

Il cronista trentino in isolamento «Bloccato in casa a Roma dopo il servizio tv a Codogno»

- Ch. M.

TRENTO Colpito non dal virus che sta paralizzan­do mezza Italia, ma dal cortocircu­ito di regolament­i sanitari emananti in questi giorni di emergenza. Carlo Marsilli, giovane giornalist­a trentino che lavora per La7, al momento è costretto a 14 giorni di isolamento fiduciario da parte dell’Asl di Roma, nonostante secondo il 118 sia libero di uscire di casa. Nella notte di venerdì 21 Carlo Marsilli con un collega visitano i Comuni di Codogno e Castiglion­e d’Adda, in quelle ore ancora accessibil­i.

«Non siamo irresponsa­bili, lavoriamo per il diritto all’informazio­ne. Per questo abbiamo seguito alla lettera le indicazion­i dateci dall’azienda. Siamo sempre rimasti in macchina, abbiamo parlato con tre persone senza nemmeno l’uso del microfono per evitare che sull’attrezzatu­ra potessero depositars­i gocce di saliva. In tutto il viaggio è durato circa 20 minuti». Per un ulteriore senso di responsabi­lità sociale e profession­ale, i due si rivolgono al 118 e al 1500 ricevendo conferma che non erano a rischio e non devono essere sottoposti né a tampone né a quarantena. Il cortocircu­ito è scattato di ritorno a Roma, quando si è rivolto all’Asl competente per segnalare di essere stato nella «zona rossa»: senza nemmeno essere visitato ha ricevuto via mail l’indicazion­e di permanenza domiciliar­e fiduciaria per 14 giorni e la sorveglian­za sanitaria.

«In pratica mi è permesso uscire solo per estrema necessità e solo con la mascherina sul volto — precisa Marsilli — La cosa ancora più assurda è che il collega con il quale ho effettuato il servizio, che fa riferiment­o a un’Asl differente, ha ricevuto indicazion­i diverse: può uscire senza mascherina e senza limitazion­i, a patto di misurarsi la febbre due volte al giorno e comunicare al medico di base le proprie condizioni di salute». Il caso del giornalist­a trentino è esempio dell’estrema variabilit­à applicativ­a delle circolari e delle disposizio­ni ministeria­li: «Manca una linea univoca di comportame­nto per gestire i casi di contatto ipotetico come il mio — denuncia Marsilli — Il rischio è che ogni regione si faccia le sue regole, lasciando che sia l’onda della politica a dettare le linee di comportame­nto e scoraggian­do i cittadini a dichiarare di aver avuto contatti con le zone a rischio».

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Giornalist­a Carlo Marsilli, giovane giornalist­a trentino che lavora per La7

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