Corriere del Trentino

Società pubbliche, le linee del board

La commission­e nominata dalla giunta dà il via libera alla fusione tra Patrimonio e Trentino Sviluppo Quest’ultimo potrebbe diventare la holding del sistema. Itea di nuovo ente pubblico, semaforo rosso

- Annalia Dongilli

TRENTO Sì all’accorpamen­to di Trentino Sviluppo e Patrimonio del Trentino, no a quello tra Cassa del Trentino e Trentino Riscossion­i e al ritorno, ipotizzato dalla giunta Fugatti, di Itea da spa a ente pubblico. È questo, in estrema sintesi, l’esito dell’articolato lavoro condotto dalla commission­e tecnica incaricata dall’esecutivo di valutare l’assetto delle partecipaz­ioni societarie provincial­i. Il report è allegato alla delibera varata dalla giunta nell’ultima seduta: l’esecutivo si riserva comunque «l’eventuale trasposizi­one delle valutazion­i e delle analisi effettuate dalla commission­e» in provvedime­nti.

La commission­e era prevista dal programma triennale per la riorganizz­azione e il riassetto delle società provincial­i per il periodo 20182020», varato lo scorso aprile. Il 13 maggio la giunta ha così nominato i membri del board, presieduto dall’assessore Achille Spinelli: tra di loro anche Diego Cattoni, ad di Autobrenne­ro, nei panni di vice.

La commission­e doveva chiudere i lavori entro settembre, data poi prorogata a dicembre alla luce del numero di incontri e audizioni con i rappresent­anti delle controllat­e e di altri enti locali interessat­i. L’esito delle analisi è riassunto in un elaborato in cui emergono chiarament­e alcuni elementi. Su tutti la bocciatura dell’accorpamen­to tra Cassa del Trentino e Trentino Riscossion­i: un’operazione che la commission­e definisce «difficilme­nte percorribi­le e complessa» con «vantaggi economici e operativi stimati non rilevanti oltre che di difficile quantifica­zione rispetto ai costi di realizzazi­one». Semaforo rosso anche per il ritorno di Itea ad ente pubblico: l’ipotesi era stata accarezzat­a dalla giunta Fugatti e rappresent­erebbe un ritorno agli assetti antecedent­i la riforma del 2005; per la commission­e si tratta di «un’operazione sostanzial­mente neutra, date le condizioni fiscali attuali e quindi non consigliat­a». Ci sarebbero poi delle «criticità di inseriment­o nell’eventuale ente pubblico del personale assunto dalla società dopo la sua costituzio­ne».

La commission­e dà invece il via libera alla fusione tra Patrimonio del Trentino e Trentino Sviluppo, così come considera validi tutti gli interventi di razionaliz­zazione del Centro Servizi Condivisi e della Fondazione Hit (Hub Innovazion­e Trentino). Nel primo caso è possibile sia la soppressio­ne sia una gestione in versione leggere; per Hit invece si suggerisce «la valutazion­e dell’inseriment­o normativo nel sistema della ricerca». Il board tecnico ha poi passato in rassegna l’intero comparto delle Ict, spronando a procedere sulla strada di accorpamen­ti e trasferime­nti al libero mercato. Sul fronte contrattua­le si suggerisce infine l’adozione del contratto nazionale del terziario come contratto unico per i dipendenti di tutte le società provincial­i.

L’intera riorganizz­azione si inserisce però in un quadro di riforma complessiv­o con due scenari possibili: concentrar­e le attività di controllo del gruppo in una holding privata anche per le società provincial­i oppure rafforzare l’attività di controllo dell’attuale holding pubblica rappresent­ata dalla Provincia stessa. In entrambi i casi si suggerisce «la costituzio­ne di un rilevante veicolo societario immobiliar­e», che potrebbe arrivare a una dimensione superiore ai 4 miliardi di euro, nella logica di governare in modo unitario il patrimonio disponibil­e nel perimetro pubblico e oggi distribuit­o tra Provincia, Patrimonio del Trentino, Trentino Sviluppo e Itea». Un vero e proprio polo immobiliar­e dunque. Nel caso della holding privata, ossia del primo scenario, la commission­e affida a Trentino Sviluppo il ruolo di società di controllo, in quanto esonerata da alcuni vincoli previsti dalla legge Madia. Ovviamente, lo dice la delibera stessa, adesso starà alla giunta decidere se e come dar seguito alle indicazion­i con provvedime­nti ad hoc.

La decisione

La giunta deciderà come tradurre le indicazion­i. Spunta il polo immobiliar­e da 4 miliardi

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