Attacchi verbali Il Patt lancia il «manifesto»
In una campagna elettorale sempre più proiettata sui media, la politica torna sotto la lente. E, con essa, i toni in alcuni casi eccessivamente alti degli scambi. Online ma non solo. A richiamare l’attenzione sul «linguaggio politico» e su una violenza verbale a volte eccessiva è il gruppo del Patt, che ha presentato una mozione per chiedere al consiglio provinciale e alla giunta di «sottoscrivere il “Manifesto della comunicazione non ostile”».
«Abbiamo assistito — si legge nella mozione — e assistiamo tuttora a un clima allarmante di ostilità verbale, in un crescendo di aggressività diffusa e inaccettabile violenza di termini e concetti espressi, senza distinzione di coloro o partito. Un’aggressività tanto trasversalmente agita, quanto universalmente percepita dai cittadini di qualsiasi età e provenienza, che rischiano di abituarsi a questo clima ostile accettandolo come stile di un fare politica “moderno”». Di qui la richiesta di aderire al manifesto, alla quale hanno già dato il sostegno oltre duecento parlamentari «di tutti gli schieramenti», oltre ad alcuni ministri.
Ma di linguaggio, in queste ore, ha parlato anche il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder, che in una nota inviata a tutti i consiglieri ha stigmatizzato l’«innalzamento di toni usati nell’ambito della comunicazione e del dibattito politico». «Nel rispetto della libertà di espressione — scrive Kaswalder — è mia premura invitare tutti a ricomporre i toni, affinché sia preservato il prestigio delle istituzione. La vivacità del dibattito politico, l’importanza assunta dalla comunicazione e le numerose sfaccettature che pone il linguaggio non esimono dalla necessità di tenere un comportamento decoroso, con atteggiamenti e linguaggi consoni al ruolo e alla figura dei consiglieri provinciali, componenti dell’assemblea legislativa provinciale, massima espressione della democrazia in Trentino».
Ma la nota del presidente del consiglio non è piaciuta al capogruppo di Futura Paolo Ghezzi. Che pur considerando «giusto il richiamo» di Kaswalder, ha puntato il dito contro l’incipit: il presidente, in sostanza, ha scritto «egregi consiglieri» escludendo, secondo Ghezzi, le consigliere. «Il presidente del consiglio — osserva il componente di Futura — ignora ancora una volta il rispetto della differenza di genere».