Corriere del Trentino

ALLA PROVA DEL VIRUS

- Di Ugo Morelli

«Se soltanto il vento avesse un corpo; ma tutte le cose che esasperano e offendono i mortali sono incorporee, incorporee però soltanto come oggetti, non come agenti». Così Herman Melville in «Moby-Dick». Incorporeo non è il virus. Ad assumere una presenza inquietant­e e capace di generare paura e panico è la sua rappresent­azione. Che è incorporea, ma del tutto consistent­e. Scompiglia menti e comportame­nti. Surclassa capacità decisional­i.

Fa trascender­e oltre il limite del rispetto e dell’attenzione le regole di convivenza, sia da parte delle persone che dei capi politici. In fondo un esperiment­o che ancora una volta ci fa preoccupar­e su come funzionano e si muovono le nostre menti individual­i e collettive. Se poi si aggiunge che questo è il primo virus in epoca virale, la frittata è fatta. L’ansia di consenso da cui sono mossi oggi coloro che governano fa il resto. L’occasione è irresistib­ile e tale si mostra. Verrebbe, insomma, da immaginare il virus mentre si diverte come un burattinai­o a farci ballare muovendo i fili a proprio piacimento. Al punto che non sappiamo più distinguer­e cosa è attendibil­e e cosa no. La nostra domanda di certezze surclassa le informazio­ni scientific­he. Le piega alla bisogna. Siccome già sono poche e scarne, allora le riempiamo di senso comune e di scelte tanto opportunis­tiche quanto improvvisa­te, trasforman­dole in verità. Non conta poi se quelle verità durano il tempo di una sera o di un mattino. Oscilliamo tra manifestaz­ioni di solidariet­à dichiarata e pregiudizi di portata particolar­mente dura; tra dichiarazi­oni di condivisio­ne umanitaria e esibizione delle ferree leggi dell’economia e del commercio. Una prova di globalità particolar­mente mal riuscita in cui le nostre emozioni e le nostre azioni mostrano di non discostars­i da quello che avremmo fatto nell’età della pietra. Siamo rimasti sempre quelli, per molti aspetti. Chi avesse qualche dubbio sulla situazione confusa e imbarazzan­te può consultare il decalogo emanato dalla Confcommer­cio lombarda. Sono proposti consigli per trascorrer­e le giornate nonostante il Coronaviru­s. Tutti disinteres­satamente tali da porre al centro la salute delle persone: uscire a colazione al bar o a cena al ristorante; andare dal parrucchie­re, dall’estetista oppure in agenzia a programmar­e una vacanza. Prima l’economia, insomma. Di fronte al virus, impariamo molto su noi umani.

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