ALLA PROVA DEL VIRUS
«Se soltanto il vento avesse un corpo; ma tutte le cose che esasperano e offendono i mortali sono incorporee, incorporee però soltanto come oggetti, non come agenti». Così Herman Melville in «Moby-Dick». Incorporeo non è il virus. Ad assumere una presenza inquietante e capace di generare paura e panico è la sua rappresentazione. Che è incorporea, ma del tutto consistente. Scompiglia menti e comportamenti. Surclassa capacità decisionali.
Fa trascendere oltre il limite del rispetto e dell’attenzione le regole di convivenza, sia da parte delle persone che dei capi politici. In fondo un esperimento che ancora una volta ci fa preoccupare su come funzionano e si muovono le nostre menti individuali e collettive. Se poi si aggiunge che questo è il primo virus in epoca virale, la frittata è fatta. L’ansia di consenso da cui sono mossi oggi coloro che governano fa il resto. L’occasione è irresistibile e tale si mostra. Verrebbe, insomma, da immaginare il virus mentre si diverte come un burattinaio a farci ballare muovendo i fili a proprio piacimento. Al punto che non sappiamo più distinguere cosa è attendibile e cosa no. La nostra domanda di certezze surclassa le informazioni scientifiche. Le piega alla bisogna. Siccome già sono poche e scarne, allora le riempiamo di senso comune e di scelte tanto opportunistiche quanto improvvisate, trasformandole in verità. Non conta poi se quelle verità durano il tempo di una sera o di un mattino. Oscilliamo tra manifestazioni di solidarietà dichiarata e pregiudizi di portata particolarmente dura; tra dichiarazioni di condivisione umanitaria e esibizione delle ferree leggi dell’economia e del commercio. Una prova di globalità particolarmente mal riuscita in cui le nostre emozioni e le nostre azioni mostrano di non discostarsi da quello che avremmo fatto nell’età della pietra. Siamo rimasti sempre quelli, per molti aspetti. Chi avesse qualche dubbio sulla situazione confusa e imbarazzante può consultare il decalogo emanato dalla Confcommercio lombarda. Sono proposti consigli per trascorrere le giornate nonostante il Coronavirus. Tutti disinteressatamente tali da porre al centro la salute delle persone: uscire a colazione al bar o a cena al ristorante; andare dal parrucchiere, dall’estetista oppure in agenzia a programmare una vacanza. Prima l’economia, insomma. Di fronte al virus, impariamo molto su noi umani.