Riforma del turismo, fusioni e tetto ai soldi pubblici restano ancora nel mirino
Tra venerdì sera e ieri mattina il testo del disegno di legge riguardante la «disciplina della promozione territoriale e del marketing turistico in Trentino» (ovvero la tanto annunciata e discussa riforma del turismo) è giunto sul tavolo dei presidenti delle Apt. Ora, con in mano la proposta pre-adottata dalla giunta giovedì, ognuno potrà elaborare ulteriori ragionamenti e riflessioni e calendarizzare nuovi incontri con l’assessorato. Perché alcuni temi e problemi già evidenziati rimangono.
C’è chi, intanto, esprime «compiacimento per la decisa apertura all’autodeterminazione dei nostri territori» ed è Paolo Preschern, presidente di Confesercenti di Rovereto e Vallagarina. Della riforma Preschern apprezza «la rimodulazione in funzione dei posti letto esistenti sul territorio nel limite del milione di presenze minime per ambito» ma non nasconde le «forti perplessità sulla ripartizione dei finanziamenti pubblici, che non dovranno superare il 49% del totale e sulla mancanza di perequazione degli introiti della tassa di soggiorno». Uno scetticismo ancora condiviso da molti. L’obbligo per le Apt di reperire sul libero mercato il 51% delle proprie risorse rimane tuttavia per l’assessore Roberto Failoni una conditio sine qua non. E la quota di tassa di soggiorno eccedente il 49% previsto dalla norma come introito pubblico finirà «alla Società (cioè Trentino marketing, ndr) che lo destina alle agenzie territoriali d’area, nella misura di almeno il 10 per cento dell’imposta raccolta in tutti gli ambiti territoriali di cui è costituita la relativa area — si legge nel testo del disegno di legge — e a ciascuna Azienda per il turismo per la rimanente quota dell’imposta raccolta nell’ambito territoriale di riferimento». Ma «criteri, termini, modalità e condizioni» di erogazione si dice debbano essere «definiti dalla giunta provinciale con propria deliberazione».
Le fusioni continuano a sollevare dubbi. L’allegato A al disegno di legge traccia il perimetro dell’organizzazione territoriale delle Apt e delle Agenzie territoriali d’area: l’area «Dolomiti» comprende l’ambito val di Fassa, l’ambito val di Fiemme e val di Cembra e l’ambito San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi. L’area «Dolomiti di Brenta» include le valli di Non e Sole da un lato, Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, Giudicarie Centrali e Valle del Chiese dall’altro cui va aggiunto l’ambito Altopiano della Paganella e Piana Rotaliana. C’è poi l’area «Garda Trentino» che comprende in un solo ambito Garda Trentino, Giudicarie Esteriori (Terme di Comano) e Valle di Ledro e l’area «Città, laghi e altipiani» che ricomprende Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Altopiano di Pinè e Valle dei Mocheni in un ambito, Altipiani cimbri e Vigolana in un altro e Valsugana-Tesino in un terzo. Rovereto Vallagarina rimane «da definirsi». E forse anche qualche altra Apt avrebbe preferito essere inserita in questa categoria. La prossima settimana l’assessore Failoni dovrebbe incontrare di nuovo i presidenti delle Apt.
«Bene per l’apertura all’autodeterminazione dei territori, ma restano forti perplessità»