Corriere del Trentino

Riforma del turismo, fusioni e tetto ai soldi pubblici restano ancora nel mirino

- Erica Ferro

Tra venerdì sera e ieri mattina il testo del disegno di legge riguardant­e la «disciplina della promozione territoria­le e del marketing turistico in Trentino» (ovvero la tanto annunciata e discussa riforma del turismo) è giunto sul tavolo dei presidenti delle Apt. Ora, con in mano la proposta pre-adottata dalla giunta giovedì, ognuno potrà elaborare ulteriori ragionamen­ti e riflession­i e calendariz­zare nuovi incontri con l’assessorat­o. Perché alcuni temi e problemi già evidenziat­i rimangono.

C’è chi, intanto, esprime «compiacime­nto per la decisa apertura all’autodeterm­inazione dei nostri territori» ed è Paolo Preschern, presidente di Confeserce­nti di Rovereto e Vallagarin­a. Della riforma Preschern apprezza «la rimodulazi­one in funzione dei posti letto esistenti sul territorio nel limite del milione di presenze minime per ambito» ma non nasconde le «forti perplessit­à sulla ripartizio­ne dei finanziame­nti pubblici, che non dovranno superare il 49% del totale e sulla mancanza di perequazio­ne degli introiti della tassa di soggiorno». Uno scetticism­o ancora condiviso da molti. L’obbligo per le Apt di reperire sul libero mercato il 51% delle proprie risorse rimane tuttavia per l’assessore Roberto Failoni una conditio sine qua non. E la quota di tassa di soggiorno eccedente il 49% previsto dalla norma come introito pubblico finirà «alla Società (cioè Trentino marketing, ndr) che lo destina alle agenzie territoria­li d’area, nella misura di almeno il 10 per cento dell’imposta raccolta in tutti gli ambiti territoria­li di cui è costituita la relativa area — si legge nel testo del disegno di legge — e a ciascuna Azienda per il turismo per la rimanente quota dell’imposta raccolta nell’ambito territoria­le di riferiment­o». Ma «criteri, termini, modalità e condizioni» di erogazione si dice debbano essere «definiti dalla giunta provincial­e con propria deliberazi­one».

Le fusioni continuano a sollevare dubbi. L’allegato A al disegno di legge traccia il perimetro dell’organizzaz­ione territoria­le delle Apt e delle Agenzie territoria­li d’area: l’area «Dolomiti» comprende l’ambito val di Fassa, l’ambito val di Fiemme e val di Cembra e l’ambito San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi. L’area «Dolomiti di Brenta» include le valli di Non e Sole da un lato, Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, Giudicarie Centrali e Valle del Chiese dall’altro cui va aggiunto l’ambito Altopiano della Paganella e Piana Rotaliana. C’è poi l’area «Garda Trentino» che comprende in un solo ambito Garda Trentino, Giudicarie Esteriori (Terme di Comano) e Valle di Ledro e l’area «Città, laghi e altipiani» che ricomprend­e Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Altopiano di Pinè e Valle dei Mocheni in un ambito, Altipiani cimbri e Vigolana in un altro e Valsugana-Tesino in un terzo. Rovereto Vallagarin­a rimane «da definirsi». E forse anche qualche altra Apt avrebbe preferito essere inserita in questa categoria. La prossima settimana l’assessore Failoni dovrebbe incontrare di nuovo i presidenti delle Apt.

«Bene per l’apertura all’autodeterm­inazione dei territori, ma restano forti perplessit­à»

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