Elezioni, liste a rischio «burocrazia»
Nei Comuni più grandi i movimenti devono possedere un sito internet e devono pubblicare curriculum e certificato penale di ogni candidato Chi non lo farà verrà sanzionato: le multe vanno da 12.000 a 120.000 euro
I tempi stringono. E, in questo caso, non è un modo di dire. Non più. Alle elezioni comunali mancano esattamente due mesi: il 3 maggio, quasi tutta la provincia sarà chiamata a indicare i propri rappresentanti locali. In totale, sono 2.343 i consiglieri da eleggere. Ma c’è una scadenza molto più ravvicinata. Che preoccupa non poco movimenti e forze politiche: entro il 31 marzo negli uffici dei vari Comuni dovranno essere depositate tutte le candidature a sindaco e le liste che si sfideranno in una delle tornate più delicate degli ultimi anni. Soprattutto per quanto riguarda i centri più grandi.
Alla chiusura degli elenchi dei candidati, dunque, manca ormai meno di un mese. Ma le difficoltà e gli ostacoli sembrano quasi moltiplicarsi. Con un problema — tutt’altro che banale — spuntato proprio a ridosso di questa tornata elettorale. Scorrendo le 68 pagine del documento di «Istruzioni per la presentazione delle candidature per l’elezione diretta del sindaco e per l’elezione dei consigli comunali» redatto dall’ufficio elettorale della Regione, infatti, ad aver attirato l’attenzione è in particolare la parte relativa alla «trasparenza delle candidature». Che fissa delle nuove regole — introdotte a gennaio 2019 con la cosiddetta legge «spazzacorrotti» — per i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Vale a dire: oltre a Trento e Rovereto, anche Arco, Riva e Pergine Valsugana. Il primo articolo della legge approvata lo scorso anno, di fatto, prevede che «i partiti, movimenti politici e le liste che si presentano alle elezioni» in questi territori debbano pubblicare obbligatoriamente sul proprio sito internet (per le liste nel sito del partito o del movimento politico sotto il cui contrassegno si sono presentate) il curriculum vitae e il certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale di ogni candidato «non oltre 90 giorni prima della data dell’elezione». Ogni movimento, dunque, dovrà dotarsi di sito internet se non ne possiede già uno. Con conseguente spesa per l’acquisto del dominio. Di più: l’obbligo di pubblicazione di curriculum e certificato penale — che dovrà essere reso pubblico anche senza il consenso degli interessati — deve essere eseguito «entro il quattordicesimo giorno antecedente la data dell’elezione». Ossia, in questo caso, entro il 19 aprile. E chi non seguirà questa regola rischia di dover pagare sanzioni anche molte alte: la multa va da 12.000 a 120.000 euro. Ancora: entro sette giorni prima delle elezioni la stessa documentazione dovrà essere pubblicata su una sezione apposita dei siti internet dei Comuni. In questo caso, però, la mancata pubblicazione non sarà sanzionata.
Un aggravio burocratico che sta creando, comprensibilmente, qualche scompiglio all’interno del mondo politico. Soprattutto tra i rappresentanti di quelle liste civiche meno strutturate, che quindi faranno più fatica a rispettare le nuove misure (finora era sufficiente presentare un certo numero di sottoscrizioni a sostegno della lista). Per qualche movimento, una batosta che si va ad aggiungere a un quadro tutt’altro che roseo. In anni di avversione dei cittadini alla classe politica a tutti i livelli, infatti, praticamente tutti i soggetti — che siano partiti strutturati, movimenti o semplici civiche — stanno riscontrando più di una difficoltà nel trovare persone disposte a mettersi in gioco in prima persona. «Molti promettono di dare una mano, ma senza metterci la faccia» spiega qualcuno sconsolato. E questo succede nei piccoli Comuni ma anche nel capoluogo trentino, dove qualche ex consigliere racconta di essere stato contattato praticamente da tutte le forze in campo. Senza contare il nodo dell’equilibrio di genere, che anche in questo caso rischia di fermare qualche lista al numero minimo per impossibilità di rispettare la tabella definita nel documento regionale. Una difficoltà che, a Trento, si sente in modo più marcato visto che da completare non ci sono le liste comunali. La tornata riguarda infatti anche le dodici circoscrizioni cittadine.