«Sicurezza nelle fabbriche o si deve chiudere»
L’assessore al lavoro Achille Spinelli è categorico: «La salute di tutti i lavoratori deve essere tutelata Ance ha deciso lo stop dei cantieri non essenziali»
L’assessore al lavoro e allo sviluppo economico Achille Spinelli è categorico: «Se non vengono garantite le disposizioni di sicurezza la produzione non può andare avanti. Capisco i lavoratori che hanno paura». I cantieri non essenziali vanno verso la chiusura.
TRENTO «La priorità deve tassativamente andare alla tutela della salute dei lavoratori. Le disposizioni di sicurezza che ormai conosciamo tutti devono assolutamente essere rispettate su tutti i posti di lavoro». L’assessore al lavoro e allo sviluppo economico della Provincia di Trento Achille Spinelli è categorico: la sicurezza dei lavoratori deve essere messa al primo posto. «È indispensabile che chi deve recarsi sul luogo di lavoro, abbia la certezza che tutte le misure per la tutela della sua salute siano state prese. Se qualcuno non è in grado di garantirla, mi sembra inevitabile che non possa continuare a rimanere aperto».
Assessore Spinelli, giovedì Lorenzo Delladio de La Sportiva ha scelto di interrompere la produzione, cosa ne pensa?
«Ho letto ieri sul Corriere del suo travaglio notturno, non posso che rispettare la sua posizione e la sua decisione. Per quanto mi riguarda, condivido l’impostazione attuale di Confindustria. Non si possono assolutamente chiudere le attività legate ai bisogni di prima necessità. E bisogna prestare molta attenzione a non interrompere i lavori di quelle aziende che sembrano non collegate direttamente a questo tipo di servizi, ma che in realtà contribuiscono a quelle filiere».
I lavoratori però sono spaventati e temono per la salute dei loro cari.
«Lo ripeto, la nostra priorità è non far rischiare nulla ai dipendenti. Sono stati emanati indirizzi precisi che devono essere fatti rispettare nelle fabbriche. Chiaro che in alcune situazioni, le condizioni la
vorative non permettono di lavorare in sicurezza e questo è un problema. In questi casi non mi sento di biasimare i lavoratori che hanno paura. Le imprese devono trovare il modo di rispettare in modo ferreo le disposizioni».
In particolare è il settore metalmeccanico quello che si sta mobilitando maggiormente. Una delle prime richieste era quella di chiudere fino al 22 marzo le imprese che non riescono a garantire il rispetto delle disposizioni sanitarie per sanificare e riorganizzare gli spazi di lavoro. È un’opzione percorribile?
«Non ho avuto ancora modo di confrontarmi con le autorità mediche per discutere di questa ipotesi. Abbiamo incontrato le parti sindacali e non è emerso un diffuso sentimento
favorevole alla chiusura immediata. Piuttosto si è ragionato insieme per trovare un modo per garantire il rispetto delle regole previste. Gli stabilimenti che anche volendo non possono rispettare le regole, mi sembra inevitabile che non possano continuare a rimanere aperti».
È possibile destinare risorse per aumentare i controlli nelle aziende?
«Sì, è un’ipotesi. Potremmo destinare alcune persone destinate a sicurezza e controlli che per ora fanno telelavoro per svolgere campionature più pressanti».
State anche pensando di imporre la chiusura di qualche attività, andando oltre quelle che sono le disposizioni del Governo?
«Non abbiamo ancora preso una decisione, le scelte in questo momento si stanno facendo sempre più complesse. Serve tempo per riflettere».
Ieri si ipotizzava la chiusura del settore edile, ci sono aggiornamenti in tal senso?
«Proprio oggi (ieri, ndr)
Ance ci ha segnalato la decisione di interrompere l’attività di tutti i cantieri non essenziali in Provincia tra il 16 e il 25 marzo. I motivi per cui sono arrivati a questa decisione sono due: ci hanno comunicato che è impossibile rispettare le disposizioni di sicurezza non avendo le mascherine e dovendo viaggiare sui furgoni e ci hanno detto che è difficile garantire pause pranzo adeguate, essendoci tutti i punti di ristoro chiusi. I cantieri essenziali, invece, rimangono aperti. Però segnalo che alcune situazioni sono di difficile gestione, perché in più di un cantiere lavorano imprese e lavoratori provenienti da Lombardia e Veneto».
Controlli
È possibile aumentare le risorse destinate ai controlli del rispetto delle norme sanitarie