STRATEGICO PIANIFICARE LA RINASCITA
Accanto agli stanziamenti per il sistema sanitario, dobbiamo avere una strategia anche per aiutare le imprese. Va pianificata una rinascita.
Accanto ai fondi da utilizzare nell’immediato per sostenere il sistema sanitario durante l’emergenza e dare un paracadute sociale a chi non ha tutele e sta perdendo il lavoro, in questo momento critico per il Paese dobbiamo saper agire in modo strategico nell’impiego delle risorse economiche del nostro Paese e dell’Unione europea. Parlo anche di Unione europea perché è molto probabile, se non già confermato, che l’emergenza avrà un peso globale sulle economie di tutti i Paese europei.
In questo momento diventa importante iniziare a ragionare su misure economiche che accelerino il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati per nuovo bilancio pluriennale del bilancio europeo — dal New Green Deal a quelle del Pilastro sociale, sul quale la discussione si è arenata nelle istituzioni europee, ma è questo il momento per completarlo e l’Italia deve spingere per fare questo perché nel Pilastro sociale ci saranno poi tutti questi fondi per le misure per i giovani, i precari, le tutele per le fasce più deboli, la formazione, la conciliazione e le misure per le giovani coppie.
Non possiamo pensare ora di riuscire a tamponare e soccorrere il Paese, tutti i settori produttivi le aziende, ma anche famiglie e lavoratori, rimanendo nelle politiche finora attuate: può sembrare azzardato dirlo, ma oggi quello che ci chiede questa emergenza è di pianificare una rinascita. Pensare al dopo con mezzi straordinari. Ora o mai più.
Mai come oggi i nostri cittadini sono pronti a cambiare e a riconoscere che forse un approccio diverso verso le energie rinnovabili, per esempio, un nuovo modo di lavorare, una scuola più aperta e partecipata ma anche innovativa, più equità e tutele per tante professioni che però si stanno rivelando centrali per far rinascere il tessuto dei legami creati dal lavoro senza il quale nessun sistema sociale basta. Più conciliazione familiare messa a sistema, nuovi modelli di coabitazione (co-housing) per i giovani e i più vulnerabili, magari come requisito per il reddito di cittadinanza.
Vanno ripensate maggiori tutele per il lavoro autonomo così che possa ripartire sprigionando la creatività del made in Italy . Dobbiamo dare ossigeno perché il nostro sistema sanitario resti robusto e flessibile. Oggi dobbiamo lavorare anche per quelle professionalità che hanno bisogno di nuovi inquadramenti per non lasciare a piedi nessuno. Ripeto, la contingenza in cui ci troviamo può essere propedeutica affinché si facciamo, già nella destinazione dei fondi per questa emergenza, i primi passi subito verso l’attuazione di quelle nuove politiche europee e di innovazione a favore di un lavoro e vita sociale più a misura dell’ambiente, delle persone, i giovani, con un impiego delle tecnologie e della ricerca al servizio di un benessere di tutti.