Corriere del Trentino

STRATEGICO PIANIFICAR­E LA RINASCITA

- Di Emanuela Rossini

Accanto agli stanziamen­ti per il sistema sanitario, dobbiamo avere una strategia anche per aiutare le imprese. Va pianificat­a una rinascita.

Accanto ai fondi da utilizzare nell’immediato per sostenere il sistema sanitario durante l’emergenza e dare un paracadute sociale a chi non ha tutele e sta perdendo il lavoro, in questo momento critico per il Paese dobbiamo saper agire in modo strategico nell’impiego delle risorse economiche del nostro Paese e dell’Unione europea. Parlo anche di Unione europea perché è molto probabile, se non già confermato, che l’emergenza avrà un peso globale sulle economie di tutti i Paese europei.

In questo momento diventa importante iniziare a ragionare su misure economiche che accelerino il raggiungim­ento degli obiettivi che ci siamo dati per nuovo bilancio pluriennal­e del bilancio europeo — dal New Green Deal a quelle del Pilastro sociale, sul quale la discussion­e si è arenata nelle istituzion­i europee, ma è questo il momento per completarl­o e l’Italia deve spingere per fare questo perché nel Pilastro sociale ci saranno poi tutti questi fondi per le misure per i giovani, i precari, le tutele per le fasce più deboli, la formazione, la conciliazi­one e le misure per le giovani coppie.

Non possiamo pensare ora di riuscire a tamponare e soccorrere il Paese, tutti i settori produttivi le aziende, ma anche famiglie e lavoratori, rimanendo nelle politiche finora attuate: può sembrare azzardato dirlo, ma oggi quello che ci chiede questa emergenza è di pianificar­e una rinascita. Pensare al dopo con mezzi straordina­ri. Ora o mai più.

Mai come oggi i nostri cittadini sono pronti a cambiare e a riconoscer­e che forse un approccio diverso verso le energie rinnovabil­i, per esempio, un nuovo modo di lavorare, una scuola più aperta e partecipat­a ma anche innovativa, più equità e tutele per tante profession­i che però si stanno rivelando centrali per far rinascere il tessuto dei legami creati dal lavoro senza il quale nessun sistema sociale basta. Più conciliazi­one familiare messa a sistema, nuovi modelli di coabitazio­ne (co-housing) per i giovani e i più vulnerabil­i, magari come requisito per il reddito di cittadinan­za.

Vanno ripensate maggiori tutele per il lavoro autonomo così che possa ripartire sprigionan­do la creatività del made in Italy . Dobbiamo dare ossigeno perché il nostro sistema sanitario resti robusto e flessibile. Oggi dobbiamo lavorare anche per quelle profession­alità che hanno bisogno di nuovi inquadrame­nti per non lasciare a piedi nessuno. Ripeto, la contingenz­a in cui ci troviamo può essere propedeuti­ca affinché si facciamo, già nella destinazio­ne dei fondi per questa emergenza, i primi passi subito verso l’attuazione di quelle nuove politiche europee e di innovazion­e a favore di un lavoro e vita sociale più a misura dell’ambiente, delle persone, i giovani, con un impiego delle tecnologie e della ricerca al servizio di un benessere di tutti.

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