Corriere del Trentino

I sindacati contro il protocollo nazionale «Gli scioperi proseguira­nno ancora»

E spuntano imprese che stipulano assicurazi­oni per la terapia intensiva

- Di Alberto Mapelli

TRENTO L’accordo raggiunto a Roma tra sindacati nazionali e Confindust­ria, con la conseguent­e firma del «Protocollo di regolament­azione delle misure per il contrasto e il contenimen­to della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro», non basta ai sindacati trentini. «Gli scioperi proseguira­nno la prossima settimana — conferma Manuela Terragnolo di Fiom-Cgil —, perché il protocollo è applicabil­e solo dove ci sono dei delegati sindacali molto forti. Nelle piccole e piccolissi­me aziende è praticamen­te impossibil­e controllar­e il rispetto delle prescrizio­ni». Particolar­mente critica Terragnolo è anche sulla decisione di alcune aziende (Mahle e Meccanica del Sarca) di sottoscriv­ere delle polizze assicurati­ve per i loro dipendenti a copertura del periodo post ricovero in terapia intensiva. «Dove è più probabile che contraggan­o il virus se non sul posto di lavoro? Questo è un modo di mettere le mani avanti che mette i brividi».

Oltre agli scioperi degli operai delle fabbriche già annunciati venerdì (Ebara e Sapes), ieri si sono aggiunti i 150 dipendenti della Pama, della Mariani con uno sciopero ad oltranza e gli operai della Siemens transporte­r, a cui si potrebbero aggiungere altre centinaia di operai. Fino ad oggi, fanno sapere le sigle sindacali, oltre 2.000 lavoratori sono stati coinvolti nelle agitazioni sindacali.

La cui richiesta è sempre la stessa: chiudere le attività economiche non essenziali. «La scelta de La Sportiva e dell’ad Lorenzo Delladio è la più giusta e lungimiran­te», scrivono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. E proprio Delladio rilancia sull’appello ai suoi colleghi a chiudere la propria impresa: «La mia azienda può fermarsi perché produce scarpe da montagna, che possono aspettare. In altri settori gli imprendito­ri non possono permetters­i di bloccare le loro attività poiché indispensa­bili o comunque utili al funzioname­nto del ‘sistema’ Italia. Invito nuovamente — conclude — chi è nella mia posizione di considerar­e la mia scelta».

Il Protocollo firmato a Roma fissa un’intesa in 13 punti, che va dalla misurazion­e della temperatur­a in ingresso alla chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione e che è possibile portare avanti in smartworki­ng, dagli ingressi scaglionat­i alla gestione di mense e spazi comuni, dai comportame­nti da seguire in caso di contagio all’interno dell’azienda alla possibilit­à di interrompe­re la produzione per attrezzare le fabbriche. «È un protocollo che condividia­mo e che rispettere­mo, consideran­do che è stato sottoscrit­to dalle categorie nazionali», ha annunciato il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti durante la conferenza stampa di aggiorname­nto sul coronaviru­s. La Provincia ha anche deciso di sospendere tutte le attività non essenziali legate al Progettone fino al 3 aprile. Mentre Confidi ha stoppato i pagamenti delle rate dei mutui fino a settembre 2020.

«L’accordo — spiega il direttore generale di Confindust­ria Trento Roberto Busato — riconosce e valorizza il ruolo delle attività produttive. È una iniziativa che ci consentirà di affrontare più forti questa fase delicata e di prepararci alla ripresa. Non dimentichi­amo che per le nostre imprese rimane prioritari­a l’emergenza sanitaria, dunque la salute delle persone nei luoghi del lavoro. In questo momento storico va espressa sincera gratitudin­e a tutte le imprese e ai lavoratori per quello che è un vero atto di responsabi­lità verso il Paese. Il nostro auspicio è che le organizzaz­ioni sindacali possano collaborar­e oggi più che mai per gestire al meglio la situazione».

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