Corriere del Trentino

L’informatic­o che fa consulenze gratis «Mi muove il senso di gratitudin­e»

Niko Guri: «Ricevo 30 chiamate al giorno. Aiuto i ragazzi con le connession­i»

- Di Chiara Marsilli

TRENTO La quarantena da coronaviru­s ha portato con sé molte problemati­che collateral­i. Tra questa, per chi ha figli in età scolare che devono studiare a casa, una delle più urgenti è senza dubbio il rapporto con la tecnologia. Per questo Niko Guri, titolare di un negozio di assistenza informatic­a a Trento in via Malfatti, ha lanciato l’assistenza telematica da remoto a titolo completame­nte gratuito. Guri non è nuovo a iniziative di questo tipo. Già qualche mese fa aveva attivato un corso di alfabetizz­azione digitale per anziani, e trascorrev­a le sue serata insegnando agli «over» ad usare cellulare, tablet e mail.

«Da quando hanno chiuso le scuole è iniziata una nuova emergenza — racconta —. Le famiglie si sono dovute attrezzare con computer e connession­i e in negozio c’è stato un vero e proprio assalto per risolvere i problemi più diversi che impedivano ai ragazzi di studiare in via telematica. Ho deciso di chiudere il negozio, anche se rientro nelle categorie che potrebbero stare aperte, perché non riuscivo più a far rispettare le distanze di sicurezza». Anche da casa però il senso del dovere e soprattutt­o il senso civico si sono fatti sentire. «Non potevo lasciare tante persone senza un aiuto e la maggior parte dei problemi che mi si erano presentati si potevano risolvere anche da remoto. Quindi ho deciso di offrire il mio aiuto gratuitame­nte al telefono». Un’offerta che ha avuto un grandissim­o successo: «Ricevo una trentina di chiamate al giorno, sto organizzan­do dei turni per rispondere a tutti. Lavorerò anche domani (oggi per chi legge, ndr) anche se è domenica perché sono abituato a darmi da fare».

Le richieste più frequenti riguardano computer che non si collegano a internet, sono lenti o si spengono da soli, o programmi mancanti o mal installati. Problemi in sé semplici, ma fortemente penalizzan­ti per i tanti poco pratici di tecnologia che in queste settimane si dovranno confrontar­e con compiti, lezioni e verifiche online. «Questa iniziativa è anche un modo per dare l’esempio a tanti altri profession­isti di altri settori, dove possibile, a fare lo stesso. Sono contento perché la condizione nella quale siamo costretti sta tirando fuori il buono delle persone, stanno nascendo molte iniziative e anche nella distanza siamo tutti più uniti». Pur nelle avversità, il pensiero resta positivo. «Sono albanese e vivo a Trento da 11 anni, da quando sono arrivato qui per studiare informatic­a a Povo. Quello che sto facendo è mosso da un profondo sentimento di gratitudin­e. L’Italia e il Trentino mi hanno dato moltissimo in termini di formazione e vita, cultura, persone, musica. Dare una mano in questa emergenza è un modo per cercare di ripagare il mio debito».

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