«Nuova formula al campionato Puntiamo a finire la stagione»
Il presidente Itas e della Lega di A, Diego Mosna: si può andare avanti fino a giugno
Presidente Mosna, come trascorre queste prime giornate a casa?
«Continuo a lavorare perché la tecnologia mi consente di restare collegato con tutti i miei collaboratori. Avrei potuto andare in ufficio, ma preferisco essere di esempio e stare a casa. Manca a tutti la quotidianità, il rapporto diretto con gli altri ma tutto sommato credo che non sia poi così difficile adattarsi a uno stile di vita che in questo momento può solo portarci benefici».
Il video realizzato dall’Itas dimostra che si può anche vivere questo momento come un’occasione.
«Ci sono attività che non facevamo più e altre a cui non prestavamo troppa attenzione. Adesso invece abbiamo il tempo per riscoprire momenti e valori quasi dimenticati. Io sono nonno ma penso anche ai padri e alle madri che possono trascorrere del tempo a casa e vivere una realtà diversa con i propri figli».
Come valuta le scelte fatte dalla pallavolo italiana in questo momento difficile?
«Abbiamo seguito con attenzione l’evoluzione della vizionali. cenda. Da subito ci siamo attivati sia per implementare igiene e pulizia sia per evitare assembramenti ma per tutti inizialmente è stato difficile comprendere la drammaticità di questa pandemia. Abbiamo scelto di sospendere prima il campionato poi gli allenamenti e adesso dobbiamo gestire il quotidiano ma anche quello che sarà il futuro».
A livello internazionale è andata in modo diverso: anche l’Itas ha vissuto ore di incertezza.
«In generale l’Italia si è mossa con tempestività. Noi eravamo pronti a giocare a porte chiuse, ad alternare uno spettatore ogni quattro sedute o qualsiasi altra modalità che garantisse la sicurezza. Ma quando l’avversario non si presenta c’è poco da fare. A livello politico l’Italia è stata messa all’angolo e indicata da tutti come unico Paese europeo colpito dal virus. Adesso è chiaro che non è così».
Possono esistere spiragli per salvare la stagione?
“I margini deriveranno da due fattori fondamentali: la durata della pandemia e le decisioni delle federazioni internaLa nostra speranza è quella di poter finire il campionato ma abbiamo bisogno di tempo anche perché non credo che sarà possibile ricominciare già ad inizio aprile. Penso che ci sia bisogno almeno di un mese in più rispetto alla data prevista quindi dovremmo poter arrivare fino ai primi di giugno magari anche modificando la formula attuale del campionato».
C’è preoccupazione anche per gli aspetti economici?
«I temi economici legati allo sport temo che saranno spazzati via da quelli generali. Dobbiamo già confrontarci con confini chiusi verso l’Austria che causano enormi difficoltà nei trasporti delle merci. L’Europa in questo momento sembra non aiutarci. Sono preoccupatissimo».
Tra le note positive spicca l’iniziativa del suo capitano Giannelli.
«Sono davvero molto orgoglioso dell’idea di raccogliere fondi insieme a tanti altri colleghi. È un’iniziativa importante che denota grande spessore non soltanto come atleta ma soprattutto come uomo».
Come guardate al prossimo futuro per la squadra?
«Per adesso c’è la sospensione ma siamo rimasti tutti a Trento. Attendiamo gli eventi e siamo pronti ad inventarci tutto da zero. Restiamo in attesa del calo della diffusione del virus ma dopo dovremo riorganizzarci per ripartire tutti insieme: squadra e staff tecnico».
Ha un messaggio da mandare a tutti i tifosi?
«Voglio esprimere la mia fiducia e positività. Dopo ogni tempesta arriva sempre il sereno e anche stavolta vivremo la fase della ripresa e il ritorno alla normalità che penso potrà essere meglio di prima».