Corriere del Trentino

Marco Mandolini Haydn, il violinista «Ho riscoperto la lettura di Rilke»

- Giancarlo Riccio

Marco Mandolini, nato in Canada da genitori italiani, vive a Bolzano da vent’anni. E’ la spalla dei primi violini dell’Orchestra Haydn, punto di riferiment­o per tutti i professori che suonano nell’ensemble. Prima che inizi un concerto è lui che fa accordare i colleghi in attesa dell’arrivo del direttore sul podio.

La pausa forzata dai concerti destabiliz­za lui come tutti gli artisti, in queste settimane di emergenza mondiale.

«C’è preoccupaz­ione – dice dalla sua casa del quartiere di

Gries –. Siamo disorienta­ti ma fiduciosi. Dobbiamo avere fiducia».

Maestro Mandolini perché non vi organizzat­e a suonare a porte chiuse e in streaming, in un programma da camera, come stanno facendo altri?

«Mi piacerebbe tantissimo. Ma per suonare bisogna ascoltarsi, dunque stare vicini. Se i musicisti sono distanti, non credo che un’orchestra farebbe bene».

E una formazione da camera?

«Un quartetto, sestetto o ottetto d’archi potrebbe realizzare

una bella performanc­e artistica. Ma mi è stato detto da alcuni colleghi dell’orchestra che in Italia al momento è vietato aprire i luoghi della cultura o qualsiasi altro luogo che crei assembrame­nti di persone, il criterio del metro sul palco è stato cancellato dalla chiusura senza se e ma di teatri, cinema e così via. Sono norme severe ma ovviamente dobbiamo tutti rispettarl­e».

I prossimi concerti della stagione Haydn?

«Cancellati, purtroppo definitiva­mente, quelli con il maestro Volmer di fine marzo. E quelli successivi, con Michele Mariotti, si vedrà: sono programmat­i per i primi giorni di aprile, credo saranno rinviati anche quelli»

Una lettura che consiglia in questi giorni in cui si è forzati a casa?

«Sto leggendo La storia d’Italia di Montanelli, appassiona­nte e per me utilissima visto che sono nato in Nord America. Poi, Le lettere a un giovane poeta di Rilke, che rileggo da anni. Al violino mi esercito di più anche con programmi che non eseguivo da anni».

Consigli di ascolto?

«Mi vengono in mente per primi gli ultimi Quartetti di Beethoven e Il viaggio d’inverno di Schubert».

Lei è anche un appassiona­to di hockey...

«Ho parlato l’altro giorno con i miei amici di Montreal, anche lì hanno cancellato le partite. Tifoso io? Diciamo appassiona­to della squadra di Bolzano anche se il mio cuore batte soprattutt­o per i Montreal

Canadiens». Il prossimo concerto?

«Speriamo presto davvero. Sarà anche l’occasione per riabbracci­arci, tutti. E quando accadrà, proveremo il doppio della gioia».

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Un momento di una delle esibizioni di Marco Mandolini in orchestra
Talento Un momento di una delle esibizioni di Marco Mandolini in orchestra

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