Corriere del Trentino

Poste, sale la protesta «Poca sicurezza»

L’appello di Cgil, Cisl e Uil: fare solo operazioni urgenti Chiusi 34 uffici. E c’è chi si costruisce protezioni con la carta forno, mentre in città arrivano i carabinier­i

- Di Annalia Dongilli

Monta la protesta di sindacati e dipendenti delle Poste: «Siamo senza gel e mascherine, così non si avanti».

TRENTO «Mancano mascherine, gel igienizzan­ti: così non si può lavorare». È dura la presa di posizione dei sindacati verso Poste Italiane, azienda che, stando a quanto affermano Daniela Tessari (Slc Cgil), Catia Pancin (Slp Cisl) e Lorenzo Purin (Uilposte) «ancora non ha applicato per intero il Protocollo nazionale per il contrasto alla diffusione del covid-19 nonostante le numerose diffide mettendo così a rischio la salute dei propri lavoratori e lavoratric­i».

«Le mascherine — spiega Tessari — sono arrivate tra giovedì e venerdì e non sono tra quelle a lunga durata, quindi sono già esaurite». Gel disinfetta­nti poi sono spuntati solo in qualche ufficio dei 190 che punteggian­o il territorio provincial­e. «E spesso dipendenti o direttori hanno agito individual­mente per procurarli e metterli a disposizio­ne dei clienti all’ingresso» prosegue Purin.

«I postali non si sentono in sicurezza — proseguono i tre sindacati— ma nonostante questo hanno finora svolto con sacrificio tutti i servizi di Poste spa. A oggi, Poste Italiane, a parte la riduzione del 50% del personale operante nelle sue strutture, non ha ancora applicato tutte le misure emergenzia­li previste dai decreti emanati dal Governo: siamo molto lontani dall’ottenere dispositiv­i di sicurezza (mascherine, gel e guanti monouso) in numero sufficient­e per tutti i lavoratori che ogni giorno hanno contatto con il pubblico, siano essi applicati di sporteller­ia o addetti al recapito». E in città alcune dipendenti, pur di tutelare la propria salute e quella dei colleghi e dei clienti si sono messe a fabbricars­i le mascherine da sole, armate di pazienza e carta da forno.

«In alcuni casi, la sanificazi­one degli uffici e delle strutture postali del nostro territorio non è ancora stata effettuata nemmeno una volta» proseguono. Sanificato ieri invece il settore dell’ufficio di Trento nord dove lavorava una familiare di una persona risultata positiva al Covid-19: l’intero personale del settore è stato posto in quarantena e lavora da casa laddove possibile. «Per quanto attiene l’obbligo di presidio delle attività di Poste — proseguono i sindacati nella loro nota all’azienda —in favore del Paese, le scriventi chiedono che in questo momento siano garantiti i soli servizi

pubblici essenziali individuat­i ex legge».

«La paura ovviamente — prosegue Pancin — è tanta». Anche perché la gente non rinuncia a recarsi presso gli uffici anche per motivazion­i non urgenti: «Capiamo chi deve ritirare un atto giudiziari­o o la pensione, ma non chi invia un bollettino per un’associazio­ne». In un ufficio postale della città, ieri, i dipendenti hanno dovuto addirittur­a chiamare i carabinier­i: troppi i clienti, troppo accalcati, nessun rispetto delle disposizio­ni governativ­e. Per questo i sindacati lanciano anche un appello alla cittadinan­za: «Andate negli uffici postali solo per necessità, mantenete le distanze stabilite dai protocolli sanitari e attendete il vostro turno all’esterno degli uffici e, soprattutt­o, rispettate i lavoratori e le lavoratric­i che con grande senso di responsabi­lità stanno garantendo il servizio». Se tali misure non saranno rispettate, Slc Cgil, Slp Cisl e Uilposte annunciano fin da ora che si attiverann­o «fino a chiedere la sospension­e dell’attività lavorativa nei siti carenti delle disposizio­ni varate per la sicurezza».

Intanto l’azienda ha illustrato il proprio piano di contingent­amento, «garantendo il servizio con un numero omogeneo di uffici postali aperti in proporzion­e agli abitanti di ciascun Comune; sono dunque contingent­ate le aperture pomeridian­e degli Uffici aperti su doppio turno e di quelli aperti solo al mattino. Inoltre, nei Comuni con un unico ufficio postale, l’apertura avviene a giorni alterni». Quindi gli uffici postali di Mezzolomba­rdo, Riva del Garda, Arco, Cles, Pergine e Trento 1 solitament­e con orario a doppio turno (apertura dalle 8.20 alle 19.05) osservano in gran parte un’apertura monoturno (dalle 8.20 alle 13.35). L’ufficio di Trento 2 (via Gazzoletti) è aperto dal lunedì al venerdì dalle 13.35 alle 19.05, mentre il sabato solo la mattina. Rimangono invariati gli orari degli uffici postali di Trento e Rovereto. Trentaquat­tro uffici postali su 190 sono chiusi: Bondo, Calavino, Centa San Nicolò, Cimego, Cunevo, Daone, Dorsino, Fiera di Primiero, Gardolo, Grumes, Madonna di Campiglio, Marter, Martignano, Molina di Ledro, Monclassic­o, Montagne, Motorizzaz­ione, Nanno, Oltresarca, Padergnone, Pozza di Fassa, Prade, Ravina, Sarche, Serrada di Folgaria, Serravalle all’Adige, Sopramonte, Terlago, Trento 12, Trento 6, Trento 9, Tuenno, Valda e Varone. Gli altri cinquantun­o sono aperti lunedì, mercoledì e venerdì.

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I postini che lavorano privi delle necessarie protezioni, guanti e mascherine (Foto Pretto)
Al lavoro I postini che lavorano privi delle necessarie protezioni, guanti e mascherine (Foto Pretto)
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