Trasporto merci, il crollo è del 50%
Baumgartner: «Lo Stato ci aiuti». Arcese: «Serve un’azione a livello europeo»
«Lo Stato aiuti gli autotrasportatori: non possono tenere aperto solo con i generi di prima necessità». L’appello è di Thomas Baumgartner, presidente di Fercam, azienda leader nel settore dell’autotrasporto e dell’associazione Anita. E mentre cala il volume delle merci trasportate («la stima, approssimativa, è del 50%» dice Montani della Cgil) Matteo Arcese, dell’omonima azienda di Arco, auspica un’azione congiunta a livello europeo.
«Le merci sono i nostri passeggeri — alza le braccia Matteo Arcese — e se la domanda cala a catena tutto si ferma». Usa una metafora il presidente di Arcese, una delle più grosse realtà di trasporti della regione (e non solo) per definire la condizione precaria in cui il settore vive la pandemia Covid-19. Nonostante alcune merci, dagli alimentari ai carburanti ai dispostivi medici debbano continuare i loro viaggi, il crollo dei volumi è stimato «attorno al 50 per cento almeno» afferma Stefano Montani della Filt Cgil. Ma il settore non può sopravvivere solo grazie a pane latte e verdure o medicinali. «Esiste una rete logistica fatta di 90 centri in tutta Italia — afferma Thomas Baumgartner, presidente di Fercam e di Anita, l’associazione nazionale di imprese e trasporti automobilistici — È necessario che lo Stato intervenga».
Che la questione trasporti sia complessa lo spiega il patron di Arcese: «Con le merci non ci sono problemi. Ci sono con gli autisti: in Romania sono stati bloccati quelli che provenivano dall’Italia e messi in quarantena». Molte aziende hanno dovuto fare i conti con autisti che preferivano, di fronte a questa situazione, starsene a casa. La Camera di Commercio di Bolzano ha diffuso una mappa della situazione attuale: Romania e Bulgaria mettono in quarantena gli autisti, la Repubblica Ceca ha bloccato le merci in entrata dall’Italia come l’Ungheria mentre la Slovenia pone severi controlli sui tir italiani «Si sta trattando a livello europeo — prosegue Arcese — per garantire la circolazione delle merci. Quanto ai volumi, alcuni nostri settori sono chiusi, altri lavorano ancora ma a metà settimana avremo un quadro più chiaro, la contrazione è un trend evidente». Qualche azienda si era lamentata del rincaro delle merci trasportate: «La nostra politica è quella di creare un rapporto fiduciario con il cliente: di certo però i costi sono aumentati in questo periodo».
E potrebbero aumentare ulteriormente, stando all’analisi di Baumgartner: «Il problema — spiega il presidente di Anita e di Fercam — è legato principalmente alla rete di distribuzione, fatta di novanta centri dislocati in tutta Italia. Se domattina un’azienda altoatesina vuole portare il suo yogurt in Sicilia, si organizza un viaggio portando anche un’altra serie di prodotti. Se domani dobbiamo trasportare solo alimentari o farmaci diventa insostenibile: noi stiamo invitando tutte le ditte a tenere aperto, anche se la tentazione è di chiudere perché i costi sono altissimi, ma lo Stato deve intervenire con degli aiuti».
Diversa invece la visione dei sindacati: «Devono essere trasportati solo beni di prima necessità, carburanti, alimentari e dispositivi medici. Solo in questo modo — ragiona Montani (Cgil) — nei magazzini si potrà lavorare rispettando le disposizioni governative. Molte ditte dovranno chiudere, ma lo Stato dovrà garantire gli ammortizzatori. Trenitalia si è adeguata alle misure, sospendendo il 50 per cento dei regionali e il 75 per cento delle Frecce. Penso che il 50 per cento sia a spanne anche il calo attuale dei volumi del traffico merci, mentre il trasporto persone con il blocco di gite e viaggi è azzerato».
Intanto la Provincia di Bolzano ha definito alcune misure urgenti per prevenire il contagio per i tassisti: dai cartelli esplicativi a bordo alla paratia che divide conducenti e passeggeri.
Arcese
Alcuni settori hanno chiuso, altri no: valuteremo in questi giorni. L’Europa prenda decisioni unitarie