Letture, studio, playstation Vita da recluso di Brienza
Brienza: «Speriamo che passi presto, in settimana si capirà di più sul campionato»
«Se tra un paio di mesi dovessimo trovarci per vedere una partita e poi commentarla sarebbe già un gran bel risultato... Vorrebbe dire che una buona parte del dramma che tutti stiamo vivendo sarebbe alle spalle». Nicola Brienza, tecnico dell’Aquila Basket, non crede che ad inizio aprile si potrà tornare in campo. E per il momento il prossimo allenamento dei bianconeri è in calendario per il 26 marzo.
Coach, come sta vivendo questo periodo?
«È una tragedia, non trovo altre parole per poter descrive quello che tutti noi stiamo attraversando. Sono a Milano (Brienza è residente nel capoluogo lombardo, ndr) ma comunque da solo, visto che la mia famiglia al momento non è qui. Dovendo stare a casa ci si rende conto di quanto lunghe sono le giornate: cerco di alzarmi il più tardi possibile, leggo, guardo la tv e ho ritirato fuori la playstation... Ho un vecchio gioco di calcio ma mi aiuta a staccare. Sul fronte basket guardo partite di Eurolega dello Zalgiris piuttosto che del Real Madrid o del Barcapire cellona per prendere spunti. Esco il meno possibile, solo per fare la spesa».
Secondo lei il campionato si è fermato troppo tardi?
«Con il senno di poi è facile dirlo. Dobbiamo partire dal presupposto che siamo stati il primo Paese dopo la Cina a vivere una situazione del genere, una situazione che è mutata giorno dopo giorno con grandissima velocità. Quello che andava bene il martedì già il mercoledì non era sufficiente, chiaramente fermare l’attività è stata una decisione sacrosanta. Forse si poteva essere più netti dall’inizio, però non avendo riferimenti simili nel passato capisco le difficoltà che ha incontrato chi ha dovuto decidere».
Qual è adesso lo stato d’animo generale dei suoi giocatori?
«Devo dire che complessivamente li trovo abbastanza tranquilli, con gli stranieri è stato fatto un gran lavoro di “sensibilizzazione” nel senso che la società li sta costantemente tenendo informati a 360 gradi sull’evolversi del contagio. Per loro che non conoscono la lingua, faticano a
quali sono i canali d’informazione migliori e, soprattutto, si trovano distanti da casa migliaia di chilometri, è fondamentale».
Al momento quindi nessuno ha lasciato l’Italia?
«No, sono a Trento in attesa di novità. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni».
Brienza, avete deciso per bloccare ogni attività per due settimane intere. Perché questa scelta?
«La quarantena dura appunto 14 giorni, ci siamo voluti togliere ogni dubbio isolandoci il più possibile. Alla fine di questo periodo saremo certi che, almeno tra di noi, non ci saranno casi di positività anche asintomatica».
Il primo impegno ufficiale dovrebbe essere domenica 5 aprile e lunedì 26 voi dovreste essere in palestra...
«La settimana in corso penso ci dirà molto su quello che potrà essere, personalmente però non credo si riuscirà a tornare “alla normalità” in tempi così brevi. In Cina stanno tornando a giocare proprio in questi giorni, quindi dopo due mesi abbondanti dall’inizio dell’epidemia. Sarebbe già un risultato importante sentire la palla rimbalzare sul parquet e i cori dei tifosi all’inizio di maggio».
Non crede che poi sarebbe una corsa a perdifiato?
«Non voglio entrare nei dettagli di quello che potrebbe essere il calendario, di certo si finirebbe molto più tardi e gli impegni delle Nazionali sarebbero poi difficilmente collocabili. Però, in ogni caso, la serie A di questa stagione sarebbe da dividere tra un “prima” e un “dopo”, troppe cose sono cambiate negli ultimi tempi».