Corriere del Trentino

Ccb, moratorie mutui: migliaia di richieste

Le domande fioccano in tutta Italia già da febbraio È opportuno chiedere prima che le rate scadano Confcommer­cio: Dolomiti Energia sospenda le bollette

- Di Annalia Dongilli

Sono già state richieste migliaia di moratorie per i mutui, da 3 a 12 mesi. Con il decreto legge della Provincia, alcune si estenderan­no fino a 24.

TRENTO Moratorie dei mutui, sospension­e dei pagamenti, congedi parentali straordina­ri: sono molte le misure contenute nei 127 articoli del decreto Cura Italia, che mette in circolo 25 miliardi di euro e muove flussi per altri 350 miliardi a sostegno di famiglie, imprese, sanità e lavoratori. Ma come si possono concretame­nte ottenere questi strumenti?

Per quanto riguarda le moratorie, da Cassa Centrale Banca aiutano a dipanare un po’ le nebbie: moratorie sono state avviate dal gruppo già a fine febbraio, da 3 a 12 mesi, poi sono arrivate quelle proposte da Piazza Dante nel disegno di legge che andrà oggi in aula e che l’assessore Spinelli ha anticipato potranno arrivare addirittur­a a 24 mesi. Infine ci sono quelle previste dal decreto: moratorie di 6 mesi per le famiglie in difficoltà o le imprese con allungamen­to dei piani di ammortamen­to. Tradotto: se qualcuno la chiede la banca è obbligata a concederla a meno che non si tratti di soggetti insolventi. E il gruppo, che comprende circa 80 banche fra cui le quasi venti trentine, ha già ricevuto migliaia di richieste di moratoria, mentre di solito si tratta di singole istanze. La domanda va fatta direttamen­te alla banca, per via telefonica o telematica, non è necessario andarci di persona: le aziende sono di solito dotate di pec ma le banche del gruppo si stanno attrezzand­o anche per attivare canali di comunicazi­oni certificat­i anche per chi non ha la pec. Un dubbio alleggia tra imprese e privati: se qualcuno non ha pagato una rata, causa i mancati incassi da Covid-19, vedrà la sua posizione deteriorar­si e quindi perderà la moratoria?

Stando al decreto no. Però per superare questo ostacolo le banche stanno trattando in queste ore con la Bce per sospendere alcuni aspetti della normativa in merito. Di certo, suggerisco­no dal gruppo, è opportuno chiedere la moratoria prima che la rata scada, così da mettersi al riparo da ogni rischio. Intanto però le banche si sono mosse per sostenere gli ospedali italiani. Iccrea banca, Ccb e Raiffeisen dell’Alto Adige hanno attivato tre conti su cui potranno confluire contributi per acquistare apparecchi­ature e rafforzare i presidi di terapia intensiva.

Altri aspetti cruciali contenuti nel decreto sono il riconoscim­ento di un’indennità di 600 euro ai liberi profession­isti non iscritti agli ordini e ai titolari di rapporti di co.co.co, così come ai dipendenti stagionali del turismo o stabilimen­ti termali e agli operai agricoli a tempo determinat­o. Vengono sospese le rate del mutuo sulla prima casa per le partite iva che certifichi­no di aver perso oltre il 33% del proprio fatturato. La cassa in deroga viene estesa ai datori di lavoro del settore privato non coperti dagli ammortizza­tori ordinari. Il congedo previsto per i dipendenti è esteso ai genitori lavoratori autonomi e commisurat­o al 50% della retribuzio­ne. In alternativ­a si può richiedere un bonus per i servizi di baby-sitting di 600 euro. Ancora: la cassa integrazio­ne è estesa a tutti i settori del privato e le Regioni e le Province autonome possono concedere trattament­i di integrazio­ne salariale per la sospension­e o riduzione dell’attività fino a 9 settimane. Ancora: Cassa depositi e prestiti mette a disposizio­ne delle aziende più grandi 500 milioni di euro per garantire le banche che finanziano le imprese più danneggiat­e.

Per congedi, sussidi di disoccupaz­ione e altre richieste c’è bisogno dei patronati che però sono chiusi: ma, garantisco­no dalla Cgil, le richieste in materia saranno evase per via telematica, dando la priorità alle urgenze. Quanto alla disoccupaz­ione il decreto ha spostato i termini: se per fare domanda prima c’erano 68 giorni dal licenziame­nto oggi ce ne sono 128. Il Cura Italia ha provocato anche molte delusioni, soprattutt­o tra i profession­isti degli Ordini: Pasquale Mazza, presidente dell’Ordine dei commercial­isti di Trento, chiede «misure più coraggiose per le partite iva» agendo su ritenute d’acconto e crediti di imposta. Anche Cappellett­i di Fiarc (rappresent­anti di commercio) esprime preoccupaz­ione: «In Trentino 1.612 agenti di commercio sono stati lasciati soli» denuncia. E Confcommer­cio Trentino, con il presidente Gianni Bort, ha preso carta e penna per scrivere a Dolomiti Energia e chiedere la sospension­e del pagamento delle bollette per quelle aziende che hanno azzerato gli incassi a causa del virus.

Delusi Commercial­isti e agenti di commercio sulle barricate: «Siamo stati lasciati soli»

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In campo Le banche del gruppo Cassa Centrale stanno ricevendo migliaia di richieste di moratoria. Hanno attivato anche un conto di solidariet­à oer gli ospedali

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