Salewa produce mascherine: già consegnati 25.000 pezzi
Heiner Oberrauch si mobilita: Già consegnato il primo stock da 25.000 pezzi. E lunedì arriva il materiale confezionato dai nostri partner cinesi»
Il proprietario della Salewa Oberrauch ha deciso la riconversione per produrre mascherine. «Abbiamo già consegnato 25.000 pezzi».
BOLZANO Il Coronavirus ferma l’economia,ri ma non la solidarietà degli imprenditori. Heiner Oberrauch, il patron del gruppo Oberalp, ha deciso di convertire due stabilimenti veneti, che fino a qualche giorno fa producevano abbigliamento da montagna per i vari brand del gruppo, in centri di produzione di migliaia di mascherine e tute che giornalmente saranno destinate agli ospedali altoatesini e alla Protezione Civile.«Abbiamo già consegnato 25 mila mascherine di vari modelli e un centinaio di vestiti, mentre altre 25 mila mascherine saranno consegnate sabato — afferma Oberrauch —. Inoltre ci siamo attivati con i nostri partner cinesi che forniranno alla sanità altoatesina 1,5 milioni di mascherine di vari tipi e 430.000 tute. Queste arriveranno lunedì, con tre aerei».
Il mondo dell’economia, seppure colpito profondamente da questa emergenza sanitaria, non abbassa la testa e scende in trincea con medici e infermieri cercando di fornire il massimo supporto possibile al fine di mettere all’angolo questa pandemia. «Noi consegneremo tutto ciò che produciamo alla sanità e alla protezione civile di Bolzano che poi decideranno dove inviare le mascherine — prosegue il patron del gruppo Oberalp —. Siccome tra dieci giorni riusciremo a fare un’altra consegna di mascherine e tute, nel frattempo il materiale che non viene adoperato verrà dato alle aziende che producono alimentari e altro affinché possa proseguire la produzione della merce di primaria necessità. La preoccupazione più grande è il collasso della sanità. Spero che entro tre settimane il numero di contagiati si abbassi notevolmente».
Da capitano d’azienda attento al sociale qual è, Heiner Oberrauch vede in questa emergenza una opportunità pur non negando che gli effetti di questa pandemia li sentiremo a lungo: «Questo momento ci sta insegnando molto — spiega Oberrauch —. Ora stiamo comprendendo le vere potenzialità dello smart working. Sto vedendo
Opportunità «Questa crisi ci sta insegnando molto, specie sullo smart working. Stiamo uniti»
molta solidarietà sia tra aziende che tra lavoratori. Certo molti imprenditori, grandi o piccoli che siano, stanno vedendo diminuire i loro fatturati. Penso però che se tutto rallenta un po’ non cascherà il mondo. Le aziende con le spalle larghe ce la faranno. Finito questo momento, le aziende più forti dovranno aiutare ed essere solidali con le aziende più deboli, per esempio concedendo dilazioni di pagamento».
Sono in molti infatti gli imprenditori anche altoatesini che in queste ultime settimane stanno vivendo momenti di apprensione. Il mondo va avanti, alcune imprese estere fanno leva sulla la situazione delle imprese italiane conquistando quote di mercato fino a qualche settimana fa presidiate dal made in Italy; alcuni ordini vengono cancellati e per molti imprenditori, anche quelli più grandi, il timore di entrare nel vortice della crisi finanziaria si fa sempre più concreto. È per questo che Federico Giudiceandrea, presidente di Assoimprenditori, mostra preoccupazione verso tutte quelle imprese operanti nel settore manifatturiero dove le nuove tecnologie come lo smart working o il telelavoro faticano a sostituire il lavoro umano.
«La preoccupazione su come continuare a mantenere i posti di lavoro nelle nostre imprese non solo in queste settimane, ma soprattutto a medio e lungo termine, è condivisa da tutti i miei colleghi imprenditori — spiega in una nota Giudiceandrea —. La situazione in molte delle nostre realtà è oggettivamente drammatica. Con orgoglio però abbiamo potuto constatare che le nostre imprese locali, così come le loro collaboratrici e i loro collaboratori, si stanno contraddistinguendo una volta di più per la loro forte responsabilità sociale. Diamo il giusto riconoscimento anche al contributo del nostro settore manifatturiero, delle sue imprese, di chi le guida e di chi ci lavora. Se ce la faremo, e su questo non ho dubbi, sarà anche grazie a loro».