Irriducibile Brunetti «Riascolto Karajan e mi emoziona Ferrara»
Il basso bolzanino: «La nostra lirica era protagonista»
Ha scoperto, tra i tanti, cantanti lirici del calibro di Saimir Pirgu e di Nicola Ulivieri, entrambi peraltro molto legati agli esordi bolzanini. E a lui, Vito Maria Brunetti, quasi 85 anni portati con l’eleganza e l’energia del cantante basso professionista, protagonista nei decenni passati sui palcoscenici di tutto il mondo. Brunetti vive a Bolzano e, come tutti, sta a casa a leggere e studiare in attesa di far studiare la folta pattuglia dei suoi allievi. Si è diplomato in Canto al Conservatorio «Claudio Monteverdi» di Bolzano, dopo gli studi di violino. Successivamente ha frequentato i Corsi d’Alto Perfezionamento all’Ente Lirico Teatro La Fenice di Venezia con Marcello Del Monaco (fratello di Mario Del Monaco), Gina Cigna e Franco Ferrara. Il suo debutto avviene nel 1960 con il Rigoletto.
Maestro Brunetti, come si trova a casa a studiare, lei sempre in giro a tenere lezioni e masterclass di canto?
«Obbedisco ed esco solo per fare la spesa e i giornali. Ma mi lasci dire dei miei carissimi allievi come Saimir Pirgu. Bloccato a casa, come Nicola Ulivieri. Recite cancellate, impegni procrastinati anche per loro. Un momento proprio pesante».
E come si sente?
«Come un normale maestro di canto. Che insegna canto e non ruba i soldi…».
Soldi che mancheranno presto nel mondo della lirica.
«Non c’è dubbio. Sento dai miei allievi che a fronte di tanti recital disdetti stanno ricevendo anche molti ingaggi nuovi per i prossimi mesi.
Quando, si suppone, la nottata sarà finita».
E durante la quarantena riascolta anche opere liriche?
«Anche. Anzi ne vorrei consigliare alcune. Penso soprattutto alle direzioni liriche di Herbert von Karajan. Ai tempi in cui l’Italia della lirica era il centro del mondo».
Qualche titolo?
«Ah, per esempio il Falstaff inciso proprio da von Karajan con il baritono Giuseppe Taddei. Oppure La cavalleria rusticana con Giangiacomo Guelfi, baritono anche lui. E anche lui, come Taddei, non c’è più: ma sono due grandi».
Sappiamo che lei stimava molto anche Franco Ferrara.
«Direttore magnifico, che purtroppo doveva fare i conti con l’epilessia, svenendo alcune volte sul podio. Ma la sua direzione di La forza del destino è ancora straordinaria».
La sua routine quotidiana?
«Ogni pomeriggio esco per andare dal tabaccaio. Ma faccio solo una passeggiata, io non fumo. E poi mi manca tanto mia figlia, che è lontana».
Gli allievi
Sento da loro che a fronte di tanti recital disdetti stanno ricevendo anche molti ingaggi nuovi per i prossimi mesi