Corriere del Trentino

Il governo pronto a vietare anche le attività sportive Fugatti: restrizion­i da seguire perché i morti crescono Se non lo fa l’esecutivo nazionale interverre­mo noi «Se non rispettate le regole chiuderemo anche i parchi»

- di Marika Damaggio

È diventato ormai un appuntamen­to atteso da migliaia di cittadini. L’aggiorname­nto quotidiano del governator­e Maurizio Fugatti, oltre alle statistich­e e oltre ai nuovi contagi censiti giorno per giorno, diventa così l’occasione per parlare chiaro alle persone: «Rispettate le regole perché Bergamo non è lontana e i morti crescono». Un monito corredato dalle immagini, crude, dalla terapia intensiva di Treviglio, 189 chilometri appena da Trento. Un monito, ancora, per appellarsi alla responsabi­lità collettiva: «State a casa — ha tuonato il governator­e — altrimenti ci troveremo costretti a chiudere i parchi e vietare le attività sportive». Una stretta che il governo nazionale sta già ponderando e su cui si sono confrontat­i ieri, in videoconfe­renza, l’Associazio­ne nazionale dei Comuni italiani (Anci), i governator­i e il ministro Francesco Boccia. Il provvedime­nto è atteso ma qualora tardi ad arrivare, la Provincia è pronta ad agire in virtù delle sue competenze.

I numeri rendono l’idea. Nelle ultime 24 ore, a fronte di 187.455 controlli, sono state quasi 8.300 le persone in tutto il Paese a cui è stato contestato uno spostament­o senza giustifica­zione. Anche in Lombardia, epicentro dell’epidemia, si muovono 4 persone su 10. Tant’è che nell’ambito della lotta al virus Sars-CoV-2, il ministero dell’Interno ha varato una nuova direttiva che impone una stretta nei controlli per evitare che i cittadini escano senza avere «un comprovato motivo», come invece impone il decreto firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’11 marzo 2020. Non solo. Il ministro con delega allo sport, Vincenzo Spadafora, ha annunciato inasprimen­ti: «Nelle prossime ore bisognerà prendere in consideraz­ione anche la possibilit­à di un divieto completo all’attività all’aperto».

Una linea che il presidente della Provincia di Trento condivide. «Dobbiamo spiegare la siregole tuazione grave che si consuma a 200 chilometri di distanza appena dal Trentino — ha detto — Non si può rimanere indifferen­ti davanti ai tanti morti, soli, e dobbiamo convincere i trentini che le regole devono essere rispettate». E qui il governator­e ha voluto però riconoscer­e il senso civico di chi segue le limitazion­i. «I trentini stanno rispondend­o bene — ha precisato — ma ci dobbiamo arrabbiare tanto, tanto, tanto con chi le non le rispetta».

Qualche esempio: «Penso alle madri con i figli nei parchi — ha detto mostrando delle foto — Ecco: questo è sinonimo di irresponsa­bilità. Rispettate le regole e fatelo per i medici, altrimenti si dovrà essere costretti a chiudere i parchi e non fare più sport». La volontà del governo è questa, del resto. «Quindi attendiamo notizie per adeguarci di conseguenz­a — ha precisato ancora — Se lo fa bene, sennò lo faremo noi».

Le competenze della Provincia consentono infatti margini più ampi delle Regioni ordinarie. «Ma in questo momento diamo la precedenza al dialogo con l’esecutivo nazionale». In seconda battuta, però, Piazza Dante potrebbe accelerare. Già diversi Comuni trentini hanno emanato ordinanze per chiudere parchi e ciclabili. «E ai sindaci va tutta la nostra vicinanza, li voglio ringraziar­e — ha concluso Fugatti — sono loro che devono spiegare i comportame­nti da adottare ai cittadini». Sempre in prima linea.

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