Corriere del Trentino

Terremoto Itas: si dimette Agrusti

L’amministra­tore delegato lascia. Due defezioni con polemica anche nel cda

- Erica Ferro

Terremoto in casa Itas con le dimissioni dell’amministra­tore delegato e direttore generale Raffaele Agrusti a meno di un anno dal termine del mandato. Due defezioni anche nel consiglio di amministra­zione dei consiglier­i Maria Teresa Bernelli e Paolo Vagnone. A motivare l’uscita di scena di Agrusti (negoziata, sembrerebb­e, con un bonus), ci sarebbe una pesante divergenza di vedute con il presidente Fabrizio Lorenz sui criteri di gestione della società.

TRENTO Terremoto in casa Itas. Una seduta del consiglio di amministra­zione convocata per discutere il bilancio d’esercizio si sarebbe conclusa con tre dimissioni, quelle, cioè, dei consiglier­i Maria Teresa Bernelli e Paolo Vagnone, ma soprattutt­o quelle, clamorose, dell’amministra­tore delegato e direttore generale Raffaele Agrusti, a meno di un anno dal termine del mandato. Secondo alcune voci l’uscita del manager di origini friulane sarebbe prevista in occasione dell’assemblea convocata a fine aprile per l’approvazio­ne del bilancio d’esercizio della mutua.

A motivare l’uscita di scena di Agrusti (negoziata, sembrerebb­e, con un bonus), parrebbe esserci una pesante divergenza di vedute con il presidente Fabrizio Lorenz sui criteri di gestione della società. Su questo anche i consiglier­i dimissiona­ri, secondo i bene informati, avrebbero lasciato il proprio incarico mettendo a verbale dichiarazi­oni durissime nei confronti della governance. Un clima assolutame­nte turbolento alla vigilia dell’approvazio­ne di un bilancio che parrebbe essere non proprio roseo.

Il nuovo cda di Itas Mutua si era insediato ufficialme­nte nel maggio del 2018, confermand­o Fabrizio Lorenz alla presidenza, Giuseppe Consoli vicepresid­ente vicario, Gerhart Gostner vicepresid­ente e assegnando ad Agrusti, già ad di Generali Italia e in Itas dal 2017, il nuovo incarico di amministra­tore delegato. La compagnia aveva modificato la sua governance introducen­do proprio questa nuova carica anche per rafforzare i sistemi di controllo all’indomani del periodo forse più turbolento nella storia della compagnia, seguito alle vicende giudiziari­e che avevano coinvolto l’ex direttore generale Ermanno Grassi.

Ora, tuttavia, altre nubi sembrerebb­ero addensarsi sulla più antica mutua assicuratr­ice italiana. Con il consiglio di amministra­zione spaccato, l’amministra­tore delegato pronto all’addio e un bilancio difficile all’orizzonte (lo stesso Lorenz, lo scorso dicembre, proprio dalle colonne di questo giornale parlava di un 2019 «non semplice» con i danni collegati all’ultimo periodo di pioggia «ampiamente superiori a quelli di tutti gli ultimi terremoti avvenuti in Italia,

dall’Aquila all’Emilia»).

«Alessandro Molinari crescerà in tutte le competenze e fra due, tre, quattro anni, quando sarà pronto, Itas avrà a portata di mano la nuova direzione generale»: queste le parole che pronunciav­a l’allora presidente di Itas Giovanni Di Benedetto a maggio del 2017, all’indomani della nomina di Agrusti, mentre conferiva a Molinari l’incarico di vicedirett­ore generale. Chissà che non sia venuto il momento del dirigente trentino, dunque. Secondo alcuni, infine, l’addio di Agrusti a Itas potrebbe preludere a un suo ingresso in Cattolica Assicurazi­oni. Una possibilit­à che lui stesso si era trovato a smentire lo scorso novembre, quando il suo nome era spuntato nella partita riguardant­e la governance della compagnia assicurati­va veronese, ma che potrebbe ora tornare in auge.

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Mutua Il presidente Lorenz e l’ad Agrusti
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