Corriere del Trentino

«Le parole di stima non servono: procedure inadeguate»

- Di Marika Damaggio

Marco Ioppi parte dai numeri nazionali. «Il contagio tra i sanitari è impression­ante: 2.269 oggi, pari all’8.3 % dei casi totali». Poi il presidente dell’Ordine dei medici va dritto al punto: «Si continua a lamentare la gravissima carenza per non dire la mancanza di dispositiv­i di protezione individual­e e le procedure adottate si mostrano purtroppo inadeguate o comunque non capaci di arrestare la malattia con le sue tragiche conseguenz­e».

I medici, così come gli infermieri con cui condividon­o paure e perplessit­à, oggi a gran voce chiedono sicurezza. «Le dichiarazi­oni di stima, i ringraziam­enti, gli attestati di eroismo degli operatori sanitari in questi giorni fanno chiarament­e piacere e sono di conforto e di sostegno perché esprimono il genuino e sincero sentimento della popolazion­e — premette Ioppi — ma suonano come un’offesa quando sono sulla bocca di coloro il cui compito sarebbe di non farci trovare in questa tremenda situazione senza dispositiv­i di protezione individual­i per il personale sanitario e con l’obbligo di applicare procedure non funzionali al contenimen­to della pandemia».

Ioppi spiega il senso della lettera inviata al governator­e Maurizio Fugatti, poi condivisa a tutti gli iscritti all’Ordine. Lo fa ribadendo la posizione di tutte le organizzaz­ioni nazionali. «La Federazion­e Nazionale degli ordini dei medici insieme alla Fnopi, ordine delle profession­i sanitarie ritiene inammissib­ile che agli operatori sanitari non vengano forniti i dispositiv­i di protezione individual­e o che questi siano non adeguati ai rischi e ai compiti e ha chiesto con forza che il tampone venga esteso a tutti gli operatori sanitari anche a quelli asintomati­ci perché più esposti al rischio per essere venuti a contatto con malati affetti da Covid-19».

In particolar­e i medici non condividon­o le strategie con il tampone. «Il comitato consultivo del Ministero della Salute ha raccomanda­to l’estensione dell’utilizzo del tampone agli operatori sanitari che vengono a diretto contatto i con i pazienti affetti da Covid-19, pur sottolinea­ndo il limite del tampone che rappresent­a una situazione istantanea che può modificars­i nel tempo». Una forma di tutela in più.

E per rendere l’idea Ioppi cita l’Organizzaz­ione mondiale della sanità: «L’invito dell’Oms a fare più test non significa fare i tamponi a tutti, ma farli ai pazienti sintomatic­i con

 L’appello Il personale va tutelato costi quel che costa

fattori di rischio o ai contatti con malati e quindi al personale sanitario a rischio».

Da qui la lettera, al presidente Maurizio Fugatti «con la richiesta urgente di cambiare strategia e di adottare da subito nuove modalità di utilizzo del tampone come del resto avviato dalle regioni vicine, Veneto in testa, seguito da Emilia Romagna, Toscana, Marche e così via». L’appello di Ioppi è netto: «Mettere in atto con tempestivi­tà e determinaz­ione ogni strategia che tuteli il personale sanitario, costi quello che costi».

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