Corriere del Trentino

Il Pd si astiene e rilancia «Serve più sinergia» Credito, Onda critica

- Ma. Gio.

Il via libera è arrivato

TRENTO nelle prime ore del pomeriggio, dopo un dibattito breve come concordato dai capigruppo. E con un sì quasi corale: oltre alla maggioranz­a, a esprimere un voto positivo sul disegno di legge per fronteggia­re la crisi legata al coronaviru­s è stata la maggioranz­a, ma anche il Patt, l’Upt e Filippo Degasperi (Onda). Non il Pd, che ha deciso di astenersi. Così Futura. «Avevamo presentato delle proposte di merito, ma la giunta non ha permesso spazi di discussion­e» ha spiegato il gruppo dem. Una chiusura peraltro rimarcata anche dal Patt: «Nel prossimo disegno di legge — ha detto Ugo Rossi — mi auguro ci sia la volontà di lavorare insieme e a carte scoperte».

È stato Alessandro Olivi, in Aula, a dare voce alla delusione dei democratic­i. «La manovra — ha osservato — prevede misure condivisib­ili. Ma è ancora parziale e doveva essere più incisiva e più forte. Per questo avevamo dato la nostra disponibil­ità a dialogare per arrivare a una proposta di comune responsabi­lità». Tre i fronti sui quali si era concentrat­a l’analisi del Pd con emendament­i specifici (poi ritirati): il credito, le misure per le piccole e medie imprese e il rafforzame­nto del piano di politica del lavoro.

Non ha risparmiat­o critiche, pur nel voto positivo, anche Degasperi. Che ha parlato di «vuoto assoluto nel sostegno al lavoro», ha lamentato «risorse troppo basse» sul credito e sulle nuove procedure a invito per le gare ha aggiunto: «Non vorrei che poi venissero invitate sempre le stesse imprese». Ultimo appunto: «Sarebbe stato utile in questo momento poter disporre di una banca pubblica come Mediocredi­to, che invece langue». Ha invocato un «tavolo permanente di crisi» invece Paolo Ghezzi (Futura), in un elenco di nove proposte che ha posto l’attenzione in particolar­e sulle fasce della popolazion­e più fragile. Mentre il Patt ha chiesto all’assessore Roberto Failoni di accantonar­e la riforma del turismo. Infine Claudio Cia (Agire) ha voluto replicare alle critiche rispetto al suo emendament­o: «Quel testo voleva favorire il recupero del patrimonio esistente».

E a bocciare la manovra sono stati i sindacati. «Il governo provincial­e — hanno tuonato i segretari di Cgil, Cisl e Uil — è immobile, in un momento di tale gravità la giunta ha abdicato alle responsabi­lità di esercitare le competenze dell’autonomia». E ancora: «Il disegno di legge non stanzia un euro in più per sostenere il reddito dei lavoratori».

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