Melone (Levico) rilancia «Subito playoff e playout»
Levico, il direttore Melone: «Difficile ripartire, l’unica soluzione sono playoff e playout»
L’ultimo allenamento è datato 7 marzo, sulla ripresa ancora non c’è alcuna certezza. La situazione che sta vivendo il Levico è la stessa che vede coinvolta la stragrande maggioranza della società sportive italiane, l’unica differenza (non da poco ovviamente) è data dal fatto che il girone dove sono collocati i gialloblù è quello lombardo. Marco Melone, direttore generale del club trentino, spera in una ripresa dell’attività agonistica anche se i dubbi sono parecchi.
Direttore, intanto lei come sta vivendo questa situazione?
«Personalmente abbastanza serenamente, rispetto tutto ciò che ha deciso il governo e questa settimana sono anche in ferie obbligate. Dalla prossima ricomincerò a lavorare con lo smart working, mi sto godendo la famiglia ed è piacevole. Allargando il discorso è chiaro che stiamo vivendo una tragedia unica, fortunatamente da noi la situazione è meno grave rispetto ad altre zone del Paese, si respira un clima da Terza Guerra Mondiale».
Un paio di settimane fa la squadra ha sostenuto l’ultimo allenamento e poi cos’è successo?
«Sabato 7 marzo abbiamo organizzato un’amichevole tra prima squadra e juniores. L’idea iniziale era quella di concedere 4- 5 giorni di riposo a tutti poi nella serata è arrivato il primo decreto che definiva zone rosse la Lombardia e altre 11 province. Da lì abbiamo capito che i tempi sarebbero stati molto più lunghi e abbiamo deciso per il rompete le righe fino a quando non arriveranno nuovi indirizzi».
Tra le vostre fila avete anche un croato, un belga e un argentino oltre a diversi ragazzi del centro e sud Italia. Sono tornati a casa?
«Sì, tutti tranne l’argentino per ovvi motivi. Nell’eventualità di una ripartenza faranno ritorno a Levico».
In ogni caso i giocatori si stanno allenando singolarmente?
«Seguiamo i nostri tesserati quotidianamente. Il preparatore atletico invia i programmi da eseguire mentre il fisioterapista si occupa di chi non è al cento percento. Noi lavoriamo nell’ottica di una ripresa della stagione anche se…»
Anche se?
«La vedo molto dura. Ovviamente la data inizialmente prevista per il primo fine settimana di aprile, di fatto, è già saltata e non penso che prima di Pasqua potrà succedere qualcosa. Dobbiamo poi tenere in considerazione il fatto che tutti i contratti in essere scadono il 30 giugno, quindi non è ipotizzabile finire dopo quella data. Certo poi tutto potrà essere modificato data l’eccezionalità del fenomeno che stiamo vivendo».
Qualcuno parla di una ripresa dell’attività il 3 maggio. Cosa ne pensa?
«Chiaramente vorrei che la stagione finisse regolarmente, allo stesso tempo sarà necessario dare a tutti il giusto tempo per prepararsi. Noi abbiamo disputato l’ultimo match ufficiale il 16 febbraio, avremo il diritto di allenarci almeno un paio di settimane prima di tornare in campo? Disputare match ufficiali e decisivi, magari tre volte alla settimana date le numerose partite da recuperare, senza l’adeguata preparazione metterebbe in pericolo la salute degli atleti».
Che alternative pensa potrebbero esserci?
«Difficile poterlo dire soprattutto perché è tutto in continua evoluzione. Devo dire che la Lega Nazionale Dilettanti in quest’occasione ha dimostrato grande fermezza bloccando tutto subito. E’ chiaro che annullare la stagione in corso piuttosto che congelare l’attuale classifica e renderla definitiva sarebbero soluzioni “sportivamente” orrende. Penso allo svolgimento di soli playoff o e playout ma anche in questo caso ci sarebbero dei pro e dei contro».
Il lungo stop forzato Ricominciare senza l’adeguata preparazione è un rischio per la salute degli atleti