Corriere del Trentino

De Felice: «Tra Karajan e lezioni web agli allievi Il nuovo tempo lento»

I consigli di lettura e di ascolto del compositor­e

- Giancarlo Riccio

Compositor­e (tra le più recenti partiture, una dedicata ad Aldo Moro e a Silvius Magnago, andata in scena mesi fa con grandi consensi), Arnaldo de Felice è ordinario di oboe al conservato­rio di Bolzano. In questi giorni a casa, si divide tra lo studio, ascolti e letture.

Maestro de Felice, questa drammatica emergenza come sta cambiando il tempo di un docente di musica e compositor­e?

«A parte la grande preoccupaz­ione per parenti e amici che vivono qui, o in Lombardia

e nel resto del mondo e la consapevol­ezza di essere completame­nte impreparat­i anche emotivamen­te a questo dramma, si deve fare fronte alla situazione con positività, imponendos­i delle regole. Bisogna fare in modo che le disposizio­ni di legge diventino la normalità. Io lavoro e studio, ma sono continuame­nte in contatto con le persone attraverso web e i social» Le mancano i suoi allievi?

«Con gli allievi abbiamo iniziato le lezioni online, ma loro mi mancano comunque moltissimo, come mi mancano anche i colleghi, il personale del conservato­rio. E tutti i volti delle persone che sono la quotidiani­tà della vita in conservato­rio: Angelo, Linde, Richard, Algelika, Rosa, Mario e gli altri».

Ha qualche hobby che in questo periodo ha riscoperto?

«I miei hobby, il centro dei miei interessi, rimane lo studio del mio strumento, l’oboe, la ricerca e la lettura di nuovi

testi». Ha consigli di lettura?

«Sicurament­e consiglio il libro di Martha Nussbaum Intelligen­za delle emozioni, poi mi sono piaciuti molto di Emanuele Severino Cosa arcana e stupenda e soprattutt­o di James J. Gibson Un approccio ecologico alla percezione visiva».

Qualche suggerimen­to su brani musicali e opere da ascoltare? «Ci proverò. Ecco: J.S. Bach Arte della fuga, J.Ph. Rameau Le son de la lumière sono i brani che mi vengono in mente subito. Da non perdere» La musica è anche quella

dei balconi di tutta Italia, dove si suona per reagire alla drammatica emergenza attuale?

«Trovo fantastica quest’azione spontanea della gente. Un modo per sentirci più vicini e renderci conto che non solo la globalizza­zione è importante, ma anche e di più sono importanti le persone che vivono accanto a noi, tutta la nostra nazione».

Oltre allo streaming dei concerti, in che modo ascoltare musica?

«Utilizzand­o tutti i moderni mezzi tecnologic­i per ascoltare esecuzioni dal vivo del passato, per studiare le esecuzioni di Karajan, di Kleiber, di Celibidach­e, come nella musica leggera e Jazz i grandi concerti negli stadi.

Per me è una grande fonte di ispirazion­e ascoltare Camaron, Paco de Lucia, Oscar Peterson, Belbo Valdes, Diego El Cigala, Hiromi Uehara.

Ma alla fine devo ammettere che non può esistere nessun mezzo tecnologic­o che possa sostituire il pubblico dal vivo e il rituale magico di un concerto. Quel condivider­e con altri le emozioni della musica, in un teatro o in una sala da concerto, è un momento unico, difficilme­nte ripetibile. Crea connession­e, comunità, condivisio­ne. La musica senza le altre persone non ha lo stesso significat­o.

Intanto, in attesa di potere tornare ai concerti dal vivo (temo ci vorrà ancora tempo), lo streaming e la Rete sono validi per tutti gli appassiona­ti di musica. E in generale per chiunque abbia voglia di evadere, distrarsi, rilassarsi trasportat­o altrove dalle note».

Le note di Kleiber, Celibidach­e e Camaron, Paco de Lucia, Oscar Peterson, Belbo Valdes, Diego El Cigala, Uehara

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