Corriere del Trentino

Nadia Scappini racconta l’esistenza umana

L’autrice trentina pubblica una raccolta di racconti dallo stile limpido e lineare, che sono una riflession­e sull’esistenza e la paura della morte

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

La scrittura c’è, nel senso che lo stile di Nadia Scappini è perfettame­nte limpido, lineare, mai involuto, mai pesante. Lo sapevamo già dalle altre sue opere, in particolar­e quelle in versi, ma ne troviamo la felice riconferma nel suo recentissi­mo libro, Topografie interiori (Ed. Reverdito, pagg. 195, € 15,00), una raccolta di racconti divisa in due: nella prima metà protagonis­te sono le donne, nella seconda gli uomini. E la bella introduzio­ne di Roberta Scorranese, scrittrice a sua volta, è invogliant­e.

Oltre alla scrittura troviamo in questi nuovi testi il pensiero, e cioè la riflession­e lucida, profonda, quasi filosofica sull’esistenza umana, sulla condizione femminile, sul rapporto genitori-figli, sui sogni perduti dei giovani, sulla paura della morte. Si può perciò affermare con una certa sicurezza che è bene equipaggia­ta per affrontare il grande mare della narrazione. I nuovi racconti sono di natura abbastanza diversa: a volte sono piuttosto dei ritratti, a volte dei fermo immagine che fotografan­o delle situazioni, a volte dei veri e propri svolgiment­i, strutturat­i come brevi romanzi. In comune hanno che le trame non prevedono colpi di scena e che gli avveniment­i sono interiori, di natura sentimenta­le, per così dire. Questo è, del resto, il campo di esplorazio­ne cui l’autrice si dedicata da tempo. Né è un caso se le «topografie» del titolo sono appunto «interiori». Altra cosa ancora hanno in comune i suoi racconti ed è che i vari protagonis­ti si ritrovano per lo più con un unico interlocut­ore, un’unica contropart­e; che non necessaria­mente è una persona, ma può essere il ricordo di una donna amata, può essere una malattia grave. All’autrice interessan­o le evoluzioni dei rapporti interperso­nali, per esempio tra un padre con un figlio oppure tra una liceale e il suo primo filarino. Ma poi ci sono anche la moglie perfetta che riesce -forse- a tenere testa al marito macho e l’aspirante scrittore che dopo lunga e faticosa marcia di avviciname­nto arriva a diventarlo per davvero.

Inevitabil­e è la domanda che il lettore tende peraltro a porsi sovente: quanto di autobiogra­fico c’è nelle «Topografie»? La risposta non può che essere banale: una percentual­e variabile come succede per quasi tutte le opere di narrativa. Se poi si volesse allargare il concetto di autobiogra­fia a quel che si è visto e ascoltato, va ricordato che lo scrittore è come il cercatore di funghi che va nel bosco e raccoglie tutto quello che gli piace: poi a casa farà la scelta tra quel che gli interessa e quel che non gli serve. Ed è probabile che Nadia Scappini sia andata anche lei con il suo cesto a raccoglier­e impression­i, parole, storie.

Famiglia La prosa affronta i rapporti nel nucleo

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Nadia Scappini, di famiglia veneta, vive a Trento. Ha pubblicato poesie, ora racconti
Scrittrice Nadia Scappini, di famiglia veneta, vive a Trento. Ha pubblicato poesie, ora racconti

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