Le mascherine delle volontarie
Lenzuola nuova e elastici da mutande Lazzeri: «È bastato un passaparola veloce e un paio di appunti su come realizzarle»
TRENTO La notizia, ormai quasi ordinaria amministrazione nella sua tragicità, rimbalza da giorni: le mascherine per la protezione individuale scarseggiano, anche lì dove sarebbero più necessarie. È di ieri l’appello di Upipa, l’Unione provinciale delle istituzioni per l’assistenza, che chiama a raccolta chiunque possa donare mascherine chirurgiche per aiutare i professionisti sociosanitari delle Apsp e Rsa del territorio a lavorare in sicurezza. Un’emergenza che, come spesso accade in Trentino, ha messo in moto il cuore e le mani dei volontari. Volontarie, in questo caso: una dozzina di donne residenti a Mezzolombardo che tra venerdì pomeriggio e lunedì sera ha confezionato circa 300 mascherine che i dipendenti dell’Apsp «San Giovanni» possono usare a casa per proteggere sé stessi e i loro famigliari.
È bastato un passaparola veloce, un paio di appunti con le dritte riguardanti le misure e i dettagli di esecuzione, e la macchina si è messa in moto: «La stoffa proviene da alcune lenzuola nuove che erano state donate all’associazione “Il Mulino” — racconta Maria Lazzeri che la presiede ed è una dipendente della casa di riposo — altre socie si sono messe a disposizione per la realizzazione insieme ad altre volontarie e dipendenti della casa di riposo». Il bene è un moltiplicatore di energie, soprattutto in momenti bui come questo. Le macchine da cucire girano in fretta, le istruzioni vengono date tramite un gruppo creato ad hoc su WhatsApp, ogni donna lavora a casa propria rigorosamente da sola: «La sera le mascherine pronte venivano lasciate fuori dalla porta e io passavo a raccoglierle» fa sapere Lazzeri. Due rettangoli di cotone, un rettangolo in materiale filtrante, quattro corde, sempre in cotone, oppure, nel caso dovessero mancare, «elastico da mutande che resista ai lavaggi a 70 gradi». Così, in pochissimo tempo, le mani sapienti delle volontarie realizzano circa 300 mascherine che ora sono a disposizione dei dipendenti della casa di riposo, per chi lo desideri, per l’uso domestico a protezione propria e della famiglia.
Come molti medici stanno affermando negli ultimi giorni, infatti, le mascherine consentono di non far arrivare agli altri le nostre goccioline di saliva e hanno anche il vantaggio di impedirci di toccare con le mani la bocca e il naso, uno dei possibili veicoli di contagio del coronavirus. Certo, quelle fabbricate in maniera artigianale non bloccheranno il passaggio delle goccioline al 100%, come fanno invece i dispositivi di protezione professionali, ma anche arrivare al 70% è comunque un aiuto in più nella salvaguardia quotidiana della salute propria e degli altri.
Gli ingredienti
Due rettangoli di cotone, un rettangolo in materiale filtrante, quattro corde
Mezzolombardo
Il gesto di alcune donne che hanno creato 300 protezioni per l’Apsp San Giovanni