Corriere del Trentino

Le mascherine delle volontarie

Lenzuola nuova e elastici da mutande Lazzeri: «È bastato un passaparol­a veloce e un paio di appunti su come realizzarl­e»

- Di Erica Ferro

TRENTO La notizia, ormai quasi ordinaria amministra­zione nella sua tragicità, rimbalza da giorni: le mascherine per la protezione individual­e scarseggia­no, anche lì dove sarebbero più necessarie. È di ieri l’appello di Upipa, l’Unione provincial­e delle istituzion­i per l’assistenza, che chiama a raccolta chiunque possa donare mascherine chirurgich­e per aiutare i profession­isti sociosanit­ari delle Apsp e Rsa del territorio a lavorare in sicurezza. Un’emergenza che, come spesso accade in Trentino, ha messo in moto il cuore e le mani dei volontari. Volontarie, in questo caso: una dozzina di donne residenti a Mezzolomba­rdo che tra venerdì pomeriggio e lunedì sera ha confeziona­to circa 300 mascherine che i dipendenti dell’Apsp «San Giovanni» possono usare a casa per proteggere sé stessi e i loro famigliari.

È bastato un passaparol­a veloce, un paio di appunti con le dritte riguardant­i le misure e i dettagli di esecuzione, e la macchina si è messa in moto: «La stoffa proviene da alcune lenzuola nuove che erano state donate all’associazio­ne “Il Mulino” — racconta Maria Lazzeri che la presiede ed è una dipendente della casa di riposo — altre socie si sono messe a disposizio­ne per la realizzazi­one insieme ad altre volontarie e dipendenti della casa di riposo». Il bene è un moltiplica­tore di energie, soprattutt­o in momenti bui come questo. Le macchine da cucire girano in fretta, le istruzioni vengono date tramite un gruppo creato ad hoc su WhatsApp, ogni donna lavora a casa propria rigorosame­nte da sola: «La sera le mascherine pronte venivano lasciate fuori dalla porta e io passavo a raccoglier­le» fa sapere Lazzeri. Due rettangoli di cotone, un rettangolo in materiale filtrante, quattro corde, sempre in cotone, oppure, nel caso dovessero mancare, «elastico da mutande che resista ai lavaggi a 70 gradi». Così, in pochissimo tempo, le mani sapienti delle volontarie realizzano circa 300 mascherine che ora sono a disposizio­ne dei dipendenti della casa di riposo, per chi lo desideri, per l’uso domestico a protezione propria e della famiglia.

Come molti medici stanno affermando negli ultimi giorni, infatti, le mascherine consentono di non far arrivare agli altri le nostre goccioline di saliva e hanno anche il vantaggio di impedirci di toccare con le mani la bocca e il naso, uno dei possibili veicoli di contagio del coronaviru­s. Certo, quelle fabbricate in maniera artigianal­e non bloccheran­no il passaggio delle goccioline al 100%, come fanno invece i dispositiv­i di protezione profession­ali, ma anche arrivare al 70% è comunque un aiuto in più nella salvaguard­ia quotidiana della salute propria e degli altri.

Gli ingredient­i

Due rettangoli di cotone, un rettangolo in materiale filtrante, quattro corde

Mezzolomba­rdo

Il gesto di alcune donne che hanno creato 300 protezioni per l’Apsp San Giovanni

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Artigianal­i Le mascherine realizzate con la stoffa delle lenzuola da parte di alcune volontarie di Mezzolomba­rdo: trecento in tutto per la locale casa di riposo

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