Corriere del Trentino

Cassa integrazio­ne in partenza, coinvolti oltre 2.100 lavoratori Fisac: «Ccb coordini le Rurali»

- A. M.

Dopo i tanti giorni in attesa del decreto Cura Italia, approvato nella giornata di lunedì ma pubblicato in Gazzetta ufficiale solo mercoledì, ieri sono iniziate ad arrivare ai sindacati le lettere delle aziende trentine per attivare ufficialme­nte la cassa integrazio­ne: a fine giornata sono almeno 17 le richieste arrivate, per un totale di dipendenti che potrebbero essere interessat­i da riduzioni o azzerament­i di orario che supera le 2.100 unità.

L’elenco delle aziende coinvolte è trasversal­e per tipologia e dimensioni delle stesse: comprende dalle grandi aziende come Luxottica e La Sportiva alle piccole e piccolissi­me attività come il Centro di medicina osteopatic­a di Trento. «Quasi tutti hanno precauzion­almente attivato la cassa integrazio­ne per le nove settimane concesse— spiega la segretaria provincial­e di Fiom-Cgil Manuela Terragnolo —, ma non è detto che poi vengano utilizzate nel totale o per tutti i dipendenti». «Ovviamente ciò rappresent­erà un forte danno all’economia ma è un segnale di responsabi­lità delle aziende nei confronti dei loro dipendenti — commenta il segretario regionale di Uiltec trentino Alan Tancredi —. Ci auspichiam­o che altre realtà si muovano in questa direzione».

Nelle fabbriche che non hanno ancora sciolto le riserve continua la protesta degli operai. Dopo l’accordo raggiunto alla Marangoni di Rovereto, sulle barricate rimangono i dipendenti di Ebara e Sapes: «Non c’è ancora un’intesa — riferisce Terragnolo —, si decide come comportarc­i giorno per giorno».

Il 3 aprile è stata indetta una giornata di sciopero solidale anche in Trentino Digitale, che invece di incrociare le braccia impegneran­no la giornata fornendo aiuto all’Azienda sanitaria trentina. Da tempo in polemica con l’azienda, i lavoratori sono consapevol­i del ruolo chiave che ricoprono in questo periodo, visto che garantisco­no a comunità e istituzion­i di comunicare e restare operativi con collegamen­ti digitali che funzionano.

Fanno sentire la loro voce anche i lavoratori delle casse rurali trentine. La Fisac richiede un intervento deciso a Cassa Centrale Banca per tutelare i lavoratori e le lavoratric­i dal rischio contagio, in particolar­e quelli che operano allo sportello. «Purtroppo le casse rurali si stanno muovendo in ordine sparso — dice il segretario della Fisac Cgil Stefano Guolo —. Senza l’esigibilit­à delle indicazion­i precise emanate dalla capogruppo ognuno fa quanto ritiene opportuno, ma in molti casi queste misure non sono sufficient­i». La richiesta dei sindacati è di dotare tutti i dipendenti dei dispositiv­i di protezione individual­i, compresi i pannelli separatori agli sportelli, ridurre gli orari di apertura delle filiali e sanificare gli ambienti. Per Fisac la misura più opportuna in questa fase di grave emergenza è comunque quella di chiudere tutti gli sportelli al pubblico. «Chiediamo che Cassa Centrale svolga un ruolo di forte e deciso coordiname­nto, direzione e controllo in questa gravissima emergenza sanitaria».

Tancredi

Chiusure un danno per l’economia trentina, ma è un atto di responsabi­lità verso i lavoratori

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Bar e ristoranti I tavoli vuoti delle attività di ristorazio­ne, testimoni del calo dell’attività prima che venisse imposta la chiusura
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Luxottica La sede di Rovereto.

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