Bordon gela i medici: «Tamponi per tutti, scelta non logica»
L’Azienda sanitaria precisa: «Dispositivi razionati La priorità va data a chi è in prima linea» Fugatti: «Ci impegniamo, ma il quadro è difficile»
Paolo Bordon lo premette subito: «Non voglio fare polemica». Ma il tono tradisce soprattutto la delusione: la lettera dell’Ordine dei medici inviata al governatore Maurizio Fugatti per chiedere «un cambio di strategia» — vale a dire: tamponi per tutti gli operatori sanitari, ma anche garanzia di dispositivi di sicurezza per chi opera nel campo della sanità — ha lasciato l’amaro in bocca al direttore generale dell’Azienda sanitaria. «Non ha senso gridare all’ovvietà» dice Bordon rivolto a Ioppi. Che ieri, tra l’altro, ha ribadito il concetto. «Occorre — ha detto il presidente dei medici — mettere in atto con tempestività e decisione ogni strumento che vada a tutelare il personale sanitario di ogni ordine e grado costi quel che costi, perché questo è l’unico modo per consentire di poter dare assistenza a chi ne ha bisogno». L’appello — condiviso dai sindacati — rimane lo stesso: «cambiare strategia».
«Per dotare tutti dei dispositivi di protezione bisognerebbe in primo luogo averli», risponde il direttore generale dell’Azienda. «Siamo i primi — aggiunge — ad essere consapevoli di non averne per tutti. E quindi li razioniamo, dando la precedenza a chi sta in prima linea, a coloro che in questo momento sono a contatto con i pazienti Covid accertati». Nel frattempo ci si muove: «Il tema è la difficoltà di approvvigionamento: abbiamo pagato fornitori in anticipo per del materiale che ci deve ancora arrivare. In ogni caso, in queste ore riusciremo ad avere ulteriori mascherine grazie alla Protezione civile». Anche se un’emergenza c’è. E preoccupa: «Abbiamo scorte di camici idroreppellenti solo fino a lunedì».
Per quanto riguarda invece i tamponi a tutto il personale sanitario, Bordon richiama l’Istituto superiore di sanità, «che ci dice che questa scelta non ha logica». Il motivo? «Se un operatore risulta negativo al tampone oggi non vuol dire che non svilupperà mai la malattia. Cosa facciamo quindi? Sottoponiamo a tampone il nostro personale ogni 2-3 giorni? Non avrebbe senso».
«Mi dispiace — sospira Bordon — che non si capisca che siamo in guerra, che non si capisca la grave situazione che stiamo vivendo. La collaborazione che noi auspichiamo dai medici è questa: chi è in pensione e vuole venire a dare una mano, lo faccia».
Conferma la linea anche il governatore: «Non è che la Provincia non abbia fatto nulla per reperire questi dispositivi — assicura il presidente della Provincia —, semplicemente il materiale non c’è a livello globale. Manca a noi come alle altre regioni». Fugatti però ci tiene a tendere la mano verso i medici: «La situazione del personale sanitario è quella che ci sta più a cuore. Ci stiamo impegnando per reperire il materiale e qualche risultato c’è. Ma il quadro non è facile». Ancora più chiaro sui tamponi. «L’Azienda sanitaria si sta impegnando per aumentare i tamponi e la priorità andrà al personale sanitario. Faccio comunque presente che non c’è nessuno in Italia oggi che può fare tamponi a tappeto. Per ragioni sociali, organizzative e gestionali. Il problema non è tanto economico, ma tecnico: potrà essere così forse tra
Pergine
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qualche settimana».
A sostenere la linea dell’Ordine dei medici è invece l’ex assessore alla sanità Luca Zeni. «La lettera dell’Ordine — sottolinea il consigliere dem — è chiarissima nell’indicare le priorità di questo momento. La nostra autonomia e le risorse di cui dispone ci consentirebbero di agire subito in modo efficace. Proseguiamo nelle raccomandazioni, nei controlli, ma concentriamo le energie sulla richiesta di chi è in prima linea».