Numeri in crescita nelle case di riposo

Un altro aspetto ormai assodato è l’aumento dei contagi all’interno delle case di riposo della provincia. In questo caso, il numero incide sul calcolo dei comuni come Arco, dove la situazione nelle Rsa è stata definita critica il Comune con il maggior numero di contagiati. «Quello che prima si riusciva a fare in poco tempo oggi è diventato laboriosissimo» allarga le braccia Betta. Che guarda il telefono e parla di uno «tsunami di richieste continue»: «Non si riesce nemmeno a reggere il flusso di domande e richieste di informazioni. Inizio a scrivere un messaggio e nel frattempo me ne arrivano altri». Si continua così, fino a notte. «Bisogna — avverte il sindaco — darsi delle priorità, altrimenti non se ne esce». Ma lo sguardo, avverte Betta, non deve essere concentrato solo sull’emergenza attuale: «Si devono trovare spazi di elaborazione del pensiero». In sostanza, accanto alla gestione della situazione in corso, si deve guardare oltre, «iniziare a tracciare una visione di lungo periodo, per non dover affrontare altri drammi in futuro. Ci stiamo perdendo questioni che non vorrei diventassero nuove emergenze». E se qualche scelta in queste settimane, prosegue Betta, è stata discutibile — le piste da sci aperte, gli ingressi nelle Rsa — «ora è tempo di osare». Affrontando il tema sociale: «Ci sono persone che hanno gravi problemi di ansia e rischiano, in questi divieti, di fare danni ancora maggiori. Se le restrizioni dovessero proseguire, il sistema rischia di saltare». Ma anche quello lavorativo: «Quanto può reggere questo “fermi tutti”?». E in una «società rallentata dal virus», Betta si rivolge alle istituzioni. Con una domanda e un appello: «Siamo convinti che tornerà tutto come prima? E se non lo siamo, iniziamo allora a definire delle regole di vita in grado di tenere sotto controllo la diffusione del virus prospettando però anche uno stile di vita accettabile. Dobbiamo darci un nuovo modello di vita».