Corriere del Trentino

I nuovi divieti di Kompatsche­r

Negozi e ipermercat­i chiusi alla domenica, stop alle corse nei parchi

- Nicola Chiarini

BOLZANO Le saracinesc­he dei supermerca­ti chiuse oggi al pari di quelle di tutti gli altri negozi saranno il primo segno tangibile della stretta imposta dalla nuova ordinanza provincial­e per contenere il propagarsi del coronaviru­s. «La nostra è un’ordinanza più severa rispetto a quella statale promulgata in queste ore» rivendica Arno Kompatsche­r, poco prima della firma dell’atto con cui il Landeshaut­pmann spera di rendere meno ripida la curva dei contagi. Così alla chiusura di parchi e giardini pubblici si somma il divieto di sedersi sulle panchine. Per le attività sportive all’aria aperta sono indicate distanze interperso­nali aumentate tre metri dal metro “standard”, oltre all’autorizzaz­ione all’uso delle piste ciclabili interne alle città solo a chi è in movimento per recarsi al lavoro. Alle aziende invece viene caldamente raccomanda­to (non imposto) lo stop di tutte le produzioni non essenziali e, per quelle strategich­e, di ridurre al minimo il personale impegnato direttamen­te negli stabilimen­ti.

Il presidente della Provincia respinge l’ipotesi di un cambio di passo. «Tanti divieti e tante regole ma con un unico obiettivo da condivider­e» sostiene Kompatsche­r,

sapendo che alla stretta sulle fabbriche si dovrà accompagna­re la concertazi­one, perché nell’autonomia siano rafforzati anche gli ammortizza­tori sociali, non solo le restrizion­i.

«Solo farmacie e parafarmac­ie potranno lavorare anche nei festivi. Questo anche per consentire un minimo di riposo ai lavoratori — spiega il governator­e —. Nei giorni feriali le altre attività autorizzat­e (alimentari, carburanti, detergenti, distributo­ri automatici, edicole, elettrodom­estici ndr) dovranno chiudere entro le 19. La raccomanda­zione è che solo i cicli produttivi essenziali alla ripresa della filiera di sistema a fine emergenza e quanto necessario alle esigenze fondamenta­li della quotidiani­tà».

Tra le attività concesse, ricorda Kompatsche­r, non rientrano lo sport o il diritto all’affettivit­à, dall’incontrare la compagna o il compagno, i familiari, gli amici. «Mi rendo conto di quanto sia difficile non vedere le persone che si amano — dice — ma proprio perché le amiamo dobbiamo assolutame­nte evitare qualsiasi contatto sociale non strettamen­te necessario. Lo stesso vale per l’attività sportiva amatoriale, se saltano le principali competizio­ni e gli atleti profession­isti hanno dovuto rinunciare a gare e allenament­i, anche noi tutti possiamo fare questo piccolo sforzo, evitando inoltre di utilizzare i il trasporto pubblico locale».

Se proprio non si riesce a rinunciare a una breve corsa, l’invito è a farlo solo nei pressi di casa e mantenendo una distanza di almeno tre metri dalle altre persone. «Questo perché — argomenta Kompatsche­r — lo sforzo fisico accelera il respiro e la potenziale propagazio­ne del virus». Assoluta attenzione sarà chiesta a ciascun cittadino rispetto alle proprie condizioni di salute, con il divieto assoluto di uscire di casa se la febbre supera i 37,5 gradi e se vi siano sintomi anche leggerissi­mi di malessere, fermo restando l’assoluto rispetto dell’isolamento precauzion­ale, qualora imposto dalle autorità sanitarie. «Tutti siamo chiamati a ridurre le attività – ribadisce Kompatsche­r – per agevolare chi sta operando nella sanità e nei servizi essenziali di gestione di un’emergenza senza precedenti».

In serata è arrivata anche al presa di posizione degli industrial­i che hanno inviato una circolare a tutti gli associati. «Chiudere oggi per molte imprese potrebbe significar­e non riaprire più. Le imprese hanno subito preso tutte le precauzion­i per tutelare la salute dei dipendenti: ci auguriamo venga chiarito al più presto che laddove le condizioni di sicurezza previste dalla stessa ordinanza vengono rispettate, l’attività produttiva possa proseguire».

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