I nuovi divieti di Kompatscher
Negozi e ipermercati chiusi alla domenica, stop alle corse nei parchi
BOLZANO Le saracinesche dei supermercati chiuse oggi al pari di quelle di tutti gli altri negozi saranno il primo segno tangibile della stretta imposta dalla nuova ordinanza provinciale per contenere il propagarsi del coronavirus. «La nostra è un’ordinanza più severa rispetto a quella statale promulgata in queste ore» rivendica Arno Kompatscher, poco prima della firma dell’atto con cui il Landeshautpmann spera di rendere meno ripida la curva dei contagi. Così alla chiusura di parchi e giardini pubblici si somma il divieto di sedersi sulle panchine. Per le attività sportive all’aria aperta sono indicate distanze interpersonali aumentate tre metri dal metro “standard”, oltre all’autorizzazione all’uso delle piste ciclabili interne alle città solo a chi è in movimento per recarsi al lavoro. Alle aziende invece viene caldamente raccomandato (non imposto) lo stop di tutte le produzioni non essenziali e, per quelle strategiche, di ridurre al minimo il personale impegnato direttamente negli stabilimenti.
Il presidente della Provincia respinge l’ipotesi di un cambio di passo. «Tanti divieti e tante regole ma con un unico obiettivo da condividere» sostiene Kompatscher,
sapendo che alla stretta sulle fabbriche si dovrà accompagnare la concertazione, perché nell’autonomia siano rafforzati anche gli ammortizzatori sociali, non solo le restrizioni.
«Solo farmacie e parafarmacie potranno lavorare anche nei festivi. Questo anche per consentire un minimo di riposo ai lavoratori — spiega il governatore —. Nei giorni feriali le altre attività autorizzate (alimentari, carburanti, detergenti, distributori automatici, edicole, elettrodomestici ndr) dovranno chiudere entro le 19. La raccomandazione è che solo i cicli produttivi essenziali alla ripresa della filiera di sistema a fine emergenza e quanto necessario alle esigenze fondamentali della quotidianità».
Tra le attività concesse, ricorda Kompatscher, non rientrano lo sport o il diritto all’affettività, dall’incontrare la compagna o il compagno, i familiari, gli amici. «Mi rendo conto di quanto sia difficile non vedere le persone che si amano — dice — ma proprio perché le amiamo dobbiamo assolutamente evitare qualsiasi contatto sociale non strettamente necessario. Lo stesso vale per l’attività sportiva amatoriale, se saltano le principali competizioni e gli atleti professionisti hanno dovuto rinunciare a gare e allenamenti, anche noi tutti possiamo fare questo piccolo sforzo, evitando inoltre di utilizzare i il trasporto pubblico locale».
Se proprio non si riesce a rinunciare a una breve corsa, l’invito è a farlo solo nei pressi di casa e mantenendo una distanza di almeno tre metri dalle altre persone. «Questo perché — argomenta Kompatscher — lo sforzo fisico accelera il respiro e la potenziale propagazione del virus». Assoluta attenzione sarà chiesta a ciascun cittadino rispetto alle proprie condizioni di salute, con il divieto assoluto di uscire di casa se la febbre supera i 37,5 gradi e se vi siano sintomi anche leggerissimi di malessere, fermo restando l’assoluto rispetto dell’isolamento precauzionale, qualora imposto dalle autorità sanitarie. «Tutti siamo chiamati a ridurre le attività – ribadisce Kompatscher – per agevolare chi sta operando nella sanità e nei servizi essenziali di gestione di un’emergenza senza precedenti».
In serata è arrivata anche al presa di posizione degli industriali che hanno inviato una circolare a tutti gli associati. «Chiudere oggi per molte imprese potrebbe significare non riaprire più. Le imprese hanno subito preso tutte le precauzioni per tutelare la salute dei dipendenti: ci auguriamo venga chiarito al più presto che laddove le condizioni di sicurezza previste dalla stessa ordinanza vengono rispettate, l’attività produttiva possa proseguire».