Corriere del Trentino

Tutele oggi e voucher domani, gli autonomi si difendono da soli

160 profession­isti si sono uniti per lanciare idee Barison: «Settore fermo, io perdo 6.200 euro» I commercial­isti: misure del decreto non sufficient­i

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euro. È il contributo statale previsto per il mese di marzo per i profession­isti. È probabile che verrà rinnovato nel decreto di aprile. di voucher per il libero profession­ista e che lui stesso potrà proporre alle aziende della provincia di Trento. «Abbiamo voluto lanciare lo sguardo anche oltre l’emergenza, mettendo sul tavolo un’idea che potrebbe sostenere allo stesso tempo le partite Iva e lo sviluppo delle aziende trentine — illustra Barison —. La Provincia, nella nostra idea, stanziereb­be una cifra che il profession­ista otterrebbe se le aziende fossero interessat­e alle sue proposte di formazione e sviluppo».

Anche perché, secondo

Barison, questo periodo sta mettendo in luce le difficoltà e la non preparazio­ne di alcune aziende ad adattarsi allo smartworki­ng. «Non tutte erano pronte a trasferire massicciam­ente il lavoro dei propri dipendenti a casa, non è una cosa così semplice da improvvisa­re. Il nostro settore — racconta — lavora da tempo facendo consulenze con imprese di diversi settori per una riorganizz­azione del lavoro, includendo anche quello da casa».

Nel frattempo, però, la categoria è in difficoltà. «La maggior parte di noi è quasi completame­nte ferma — spiega Barison —, visto che le attività di gruppo sono proibite e tante aziende hanno chiuso gli uffici, facendo lavorare il proprio personale da casa». Con il calendario svuotato quasi del tutto, la perdita economica diventa ingente. «Personalme­nte — continua — tra marzo e aprile avrò una perdita stimata di 6.200 euro. E sono i mesi in cui di solito lavoriamo di più, perché il periodo estivo, con le ferie, sono minori le attività di formazione».

E anche i commercial­isti

Le partite Iva trentine chiedono di essere coinvolte per aiutare la transizion­e delle imprese verso lo smartworki­ng si sono schierati a favore di rafforzare le misure a favore delle partite Iva. «Siamo tutti consapevol­i della grave emergenza sanitaria in cui ci troviamo, ma per le partite Iva si poteva e si doveva fare di più», ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei dottori commercial­isti e degli esperti contabili di Trento e Rovereto, Pasquale Mazza. L’appello a rimanere tutti a casa, infatti, danneggia pesantemen­te tutti i lavoratori autonomi. «Per il popolo delle partite Iva – continua – può rappresent­are una tragedia». Ritenendo insufficie­nti

Le proposte

Per i commercial­isti si dovrebbero azzerare per il 2020 le ritenute d’acconto sui compensi

le misure adottate e l’una tantum di 500 o 600 euro, Mazza rilancia con alcune proposte: «Si potrebbe cominciare a rendere utilizzabi­li in compensazi­one i crediti d’imposta maturati fino al 2019, ridurre o azzerare gli importi degli acconti di imposta dovuti per l’anno in corso e per i lavoratori autonomi, in particolar­e, potrebbero essere azzerate, da qui alla fine dell’anno, le ritenute d’acconto subite sui compensi che sono al 20% ma, nel concreto, corrispond­ono ad una aliquota media del 40% sul reddito».

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