«Noi rider lavoriamo senza dpi»
TRENTO «Siamo una delle professioni più esposte, che lavora per pochi euro a consegna e senza mascherina e dispositivi. Abbiamo paura». Khan (nome di fantasia) lavora per Deliveroo e denuncia le condizioni in cui è costretto a lavorare. «Non siamo solo noi a temere per la nostra salute – racconta –, ma anche i clienti. Ormai ci dicono tutti di lasciare il cibo davanti al portone, per evitare contatti». L’azienda ha sottoscritto un’assicurazione per tutti i rider che dovessero risultare positivi: sono previsti 30 euro al giorno in caso di ricovero, 350 euro in caso di quarantena obbligatoria per la positività al tampone e 1.500 euro una tantum dopo le dimissioni in caso di ricovero in terapia intensiva. Khan spiega che anche le possibilità di guadagno ormai sono ridotte all’osso. «Il lavoro è calato tantissimo. Chi ha un altro impiego come me riesce a sopravvivere in qualche modo, magari rinunciando anche a fare le consegne. Conosco ragazzi che hanno scelto di non lavorare più come rider per il momento per non contrarre il virus. Ma chi fa solo le consegne come lavoro – spiega – è costretto ad accettare qualsiasi ordine, coprendo distanze lunghissime che normalmente non farebbe per 6 o 7 euro a consegna». Ormai è diventato impossibile guadagnare più di 30 euro al giorno. «Per chi deve mantenere una famiglia è troppo poco».