Corriere del Trentino

Tocilizuma­b sperimenta­to su 15 pazienti

- Di Dafne Roat

Inumeri li riepiloga Annalisa Campomori, direttrice della farmacia del Santa Chiara: sono già una quindicina i pazienti sottoposti alla sperimenta­zione del farmaco Tocilizuma­b.

TRENTO Sono già una quindicina i pazienti contagiati dal Covid-19 in Trentino che sono stati sottoposti alla sperimenta­zione del farmaco Tocilizuma­b. «I risultati sono incoraggia­nti, hanno avuto dei migliorame­nti».

La voce della dottoressa Annalisa Campomori si incrina un po’. La stanchezza, la tensione, è palpabile. «Sono giorni molto duri», commenta la direttrice della Farmacia ospedalier­a di Trento e componente esperta del Comitato prezzi e rimborso dell’Aifa. «Siamo stanchissi­mi — spiega — alcuni colleghi sono stati contagiati, altri lavorano in smart working. Ogni fine settimana produciamo 800 litri di soluzione idroalcoli­ca e ora iniziano a scarseggia­re anche alcuni farmaci come il Midacon zolam che è usato come sedativo; usiamo mille fiale al giorno. È una situazione così per tutta Italia. Stringiamo i denti». Ma i primi risultati del farmaco testato per la prima volta in pazienti Covid a Napoli fa ben sperare. La dottoressa Campomori ricorda il «lavoro straordina­rio fatto dall’Aifa e dall’Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Napoli che hanno avviato uno studio per l’utilizzo di Tocilizuma­b nella malattia Covid-19 in soli dieci giorni». L’obiettivo dello studio, che ha coinvolto anche l’università di Modena e Reggio Emilia e l’Irccs di Reggio Emilia, è quello di produrre dati scientific­amente validi sul trattament­o e consentire l’uso affinché possa avviare un nuovo percorso che permetta di tracciare i trattament­i e valutare l’impatto terapeutic­o. «Questo tipo di farmaco può contrastar­e l’infiammazi­one a base delle polmoniti — spiega Campomori — nella prima fase dell’infiammazi­one vengono rilasciate delle citochine infiammato­rie e questo farmaco le blocca. Il Tocilizuma­b viene solitament­e utilizzato per l’artrite reumatoide e in oncologia per governare le risposte immunitari­e. È stato fatto uno sforzo gigantesco per studiare in tempi brevissimi questo farmaco e gli effetti che ha sul coronaviru­s».

I primi risultati sono positivi, ma non può essere usato su tutti i pazienti. «Ci sono dei criteri di esclusione — precisa la direttrice della farmacia dell’ospedale di Trento — . Il Tocilizuma­b non può essere utilizzato in pazienti trapiantat­i, con un numero di neutrofili bassi, diverticol­iti o in pazienti con una sensibilit­à nota la farmaco». Il Tocilizuma­b non è l’unico farmaco che si sta sperimenta­ndo per combattere una delle più grandi emergenze sanitarie degli ultimi cinquant’anni. C’è anche il Remdesivir, un antivirale che sarebbe stato usato

successo anche in Liguria e l’Avigan, un farmaco anti-influenzal­e che era stato utilizzato in Giappone contro il Covid-19, di cui tutti parlano dopo un video lanciato da un imprendito­re romano,ma sulla cui efficacia erano stati sollevati dei dubbi.

Proprio ieri il Comitato tecnico scientific­o dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera alla sperimenta­zione per valutare l’impatto nelle fasi iniziali della malattia. «Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimenta­zioni in corso» ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza. Ma per iniziare la sperimenta­zione servirà un po’ di tempo.

La dottoressa Campomori è cauta: «Bisognerà attendere il protocollo — spiega — ci vorrà più o meno una settimana, noi aspettiamo l’Aifa. Lo stesso discorso vale anche per il Remdesivir, non possiamo muoverci in autonomia, dobbiamo aspettare i protocolli dell’Aifa».

I limiti

Questo farmaco può essere utilizzato su tutti, ci sono dei criteri di esclusione

 Lo studio L’Aifa ieri ha dato il via libera anche all’Avigan, ma dobbiamo aspettare i protocolli Ci vorrà almeno una settimana

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