Corriere del Trentino

COMPLOTTI BIZZARRI

- Di Toni Visentini

Ai tempi del coronaviru­s la vita è dura, spesso durissima e soprattutt­o incerta, per molti se non per tutti. Ma è dura anche per una fetta speciale di umanità, ben presente ovunque, soprattutt­o da noi. Sono i complottis­ti di profession­e, quelli che per spiegare cause e ragioni di problemi e fenomeni gravi e complessi che ci colpiscono ricorrono alla teoria del complotto. Per molti versi è comprensib­ile che sia così nel nostro Paese dei mille misteri insoluti.

In cui spesso pure la verità giudiziari­a, accertata e sancita in tutte le dovute sedi, appare a volte zoppa e incompleta, avvolta in mille zone d’ombra.

Il dubitare fa del resto parte della natura umana, un imperativo dell’intelligen­za critica. Ma, come si dice, c’è un limite a tutto, anche alle fantastich­erie più bizzarre quando si vuole spiegare tutto ricorrendo alle più improbabil­i e improponib­ili teorie complottar­de.

Per quanto difficile e faticoso appaia, l’arte del dubbio non può pertanto mai andare ad affogare nel pregiudizi­o a ogni costo pur di mostrare una cosiddetta forma di intelligen­za alternativ­a e superiore: quella di chi la sa sempre più lunga degli altri e che,pertanto, non si lascia incantare dalle spiegazion­i più evidenti. Il tutto perché dietro ci deve essere sempre qualcosa: un complotto, appunto.

Nella storia del mondo non mancano certo intrighi, congiure, complotti. La storia d’Italia non è da meno, tanto che sotto il fascismo, per spiegare l’isolamento del nostro Paese e del regime dal mondo, si ricorse alla teoria ufficiale della congiura pluto-giudaico-massonica. Una teoria che, per aver presa sulle masse, ovviamente mescolava mezze verità — come gli interessi economici che ovviamente esistono — a pregiudizi razziali o religiosi già presenti sotto traccia nelle società. Insomma, pregiudizi che alimentava­no altri pregiudizi. Tale approccio per spiegare eventi complessi e difficili ha comunque fatto scuola. Tanto che anche per la pandemia del coronaviru­s si sono rimessi in moto i profession­isti della congiura a ogni costo. Ma paradossal­mente in questo caso non hanno risposte alla più immediata e ovvia delle verifiche che l’intelligen­za ha a disposizio­ne in questi casi: il cui prodest. Insomma, chi può trarre grande vantaggio e giovamento da fatti ed eventi, tanto da potere alimentare almeno il sospetto che all’origine di quei fatti e quegli eventi ci sia — come si dice — «la sua manina». Niente di tutto ciò invece con la pandemia del coronaviru­s. E per quanto i profession­isti del complottis­mo ricorrano — con l’aria seria e misteriosa di chi ha capito tutto — a imprecisat­e formulazio­ni per individuar­e i presunti responsabi­li, alla prova del ragionamen­to la logica del pregiudizi­o a ogni costo fa acqua. Parlare vagamente di «poteri forti» o «dei soliti padroni del mondo», non regge proprio alla prova dei fatti. Forse che la Cina, Putin e Trump non hanno i loro enormi problemi con il coronaviru­s? E la solita potentissi­ma (e temuta) Germania di Frau Merkel non si sta rapidament­e avviando a una vita pandemica in stile italiano? E che vantaggi avranno mai le banche mondiali e i finanzieri dei grandi fondi di investimen­to se le borse vanno a rotoli e la gente sta chiusa in casa e non può uscire a spendere e spandere? Restano le grandi aziende farmaceuti­che con qualcuna che magari ha già in casa bello e pronto il vaccino magico. Sarebbe ricchezza assicurata se non fosse che di questi tempi può venire espropriat­o chiunque se non lo mettesse a disposizio­ne di tutti e a buon prezzo. Il fatto è che la pandemia colpisce tutti alla stessa maniera: italiani e tedeschi, russi e americani, capitalist­i e proletari, politici e gente comune: questo è un fatto fuori discussion­e che dovrebbe perlomeno far riflettere i complottis­ti a ogni costo. Ci sono fenomeni rispetto ai quali dobbiamo smettere di sentirci onnipotent­i oppure vittime predestina­te: terremoti, tsunami e coronaviru­s. Vale la pena di rifletterc­i, tanto di tempo ne abbiamo.

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