Corriere del Trentino

I sindacati sono delusi «Maglie troppo larghe Pronti a scioperare»

- Di Alberto Mapelli

«Possono restare aperte solo quelle realtà che anche sul nostro territorio producono beni e servizi essenziali. In tutte le altre aziende la produzione deve essere sospesa. Siamo pronti a sostenere e organizzar­e la mobilitazi­one delle lavoratric­i e dei lavoratori in tutti quei luoghi di lavoro dove non si rispetta questo principio. La priorità è fermare il contagio e tutelare la salute degli addetti». I tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti non sono pienamente soddisfatt­i del decreto del presidente del Consiglio approvato domenica. E condividon­o anche a livello provincial­e le preoccupaz­ioni per la scelta del Governo di ampliare l’elenco delle attività che potranno continuare ad operare.

«Il decreto del presidente del Consiglio di ieri e lo schema allegato — si legge in una nota — non tiene conto, se non in modo molto parziale, delle istanze e delle necessità poste dalle organizzaz­ioni sindacali, prevedendo una serie molto consistent­e di attività industrial­i e commercial­i aggiuntive rispetto allo schema iniziale». Gran parte delle attività che potranno continuare a rimanere aperte, secondo Cgil Cisl Uil, non sono indispensa­bili o essenziali. «Già in queste ore le nostre organizzaz­ioni si stanno attivando per verificare settore per settore cosa resta aperto e cosa chiude — spiegano Grosselli, Bezzi e Alotti — e se viene rispettato quanto prevede il protocollo del 14 marzo sulle misure di sicurezza e tutela della salute da adottare in tutti i luoghi di lavoro per ridurre il rischio di contagio in questa fase di emergenza. Segnalerem­o al Commissari­o del Governo tutte le aziende in cui non si rispettano i contenuti del protocollo, che ricordiamo è stato inserito nell’ultimo decreto dunque valore di legge, e chiederemo di sospendere tutte le attività non essenziali. Ricorrerem­o a tutte le forme di mobilitazi­one necessarie, fino allo sciopero».

Il settore dei metalmecca­nici in cui si era registrata maggiore contestazi­one nelle settimane passate, però, si dice abbastanza soddisfatt­o. «La stragrande maggioranz­a delle aziende del settore deve chiudere — spiega Manuela Terragnolo, segretaria di Fiom-Cgil —, qualche azienda lavorerà fino a domenica per la messa in sicurezza degli impianti». Pochi i comparti che vengono definiti essenziali: gli

 Fiom-Cgil Si fermano quasi tutte le aziende del settore metalmecca­nico

impiantist­i, gli informatic­i che gestiscono le reti della pubblica amministra­zione, gli addetti della depurazion­e e i lavoratori dei call center. tra le aziende che continuera­nno a lavorare ci sono Siram, Edison e Cristofore­tti.

Nel complesso sono più di un migliaio i dipendenti che continuera­nno a lavorare. «Monitoriam­o le situazioni in sospeso. Oggi (ieri, ndr) la Fly di Grigno è rimasta ferma e sta attendendo indicazion­i dal prefetto. Secondo noi dovrebbe fermarsi perché produce componenti per aerei di linea, un settore fermo a livello mondiale».

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