Dieci decessi e 789 positivi In campo le cliniche private: primi ricoveri alla Melitta
BOLZANO Quello di ieri è stato il bollettino più pesante, nella conta dei decessi, dall’inizio dell’epidemia: 10 in più in ventiquattr’ore, «tutte persone anziane e con patologie pregresse», precisa l’Azienda sanitaria, che portano il totale a 45. La curva dei contagi è tornata a salire più in fretta rispetto al fine settimana (anche se a fronte di un numero di tamponi maggiore): 65 positivi accertati in più, 789 in tutto, a fronte di 537 tamponi analizzati (6.631 in tutto su 4.292 persone). I ricoveri salgono a 204 (+55), ai quali si aggiungono 66 pazienti sospetti, già in ospedale, e i 48 nelle terapie intensive (+4). In quarantena domiciliare si trovano al momento 2.365 persone.
Intanto, però, fonti interne dell’Asl fanno sapere che un medico del reparto di Malattie infettive è risultato positivo al test per il coronavirus. Il che ha fatto scattare un’analisi a tappeto su tutto il personale sanitario del reparto.
Non ci sono dati aggiornati su quanti siano, finora, gli operatori infettati; la settimana scorsa erano 60. Il presidente Arno Kompatscher fa sapere che «fare i tamponi a tutto il personale sanitario è uno dei nostri obiettivi. Abbiamo già iniziato, e stiamo ampliando la platea di persone da sottoporre a test». Cambiano, riferisce salto.bz, anche le modalità di esecuzione del tampone sul personale sanitario che ha avuto contatti con pazienti Covid-positivi. In particolare per quel che riguarda la frequenza «fissata giorno 7 e al giorno 14 dalla data dell’esposizione — si legge in una circolare dell’Asl —. Ciò in ragione del fatto che il tampone previsto al tempo zero nella versione precedente, risulta essere non significativo».
Da ieri, intanto, è scesa in campo ufficialmente nell’assistenza ai pazienti affetti da coronavirus anche la Villa Melitta. «I primi pazienti erano attesi lunedì — riferisce l’amministratore delegato Rupert Waldner — ma poi si sono aggravati. Ieri pomeriggio, invece, sono arrivati i primi 5. Hanno bisogno della terapia con l’ossigeno, ma non sono malati intensivi. Vengono dal reparto di Geriatria del San Maurizio e sono ospedalizzati già da una settimana. Il trend delle prossime settimane — aggiunge — dovrebbe essere quello di avere sempre più pazienti stabili, e quindi potenzialmente gestibili anche da strutture sanitarie esterne agli ospedali (che però non sono attrezzate, chiaramente, per gestire i pazienti intensivi, ndr)». Sono 25 i posti letto disponibili in un’ala della struttura interamente dedicata all’emergenza, e altrettanti ne mette a disposizione la clinica
Bonvicini. «Partiamo lunedì — riferisce il direttore generale Paolo Bonvicini —. Il terzo piano della struttura è interamente dedicato ai pazienti Covid, con personale e ingressi dedicati in modo da ridurre al minimo il rischio di contagio con gli altri pazienti. In caso di bisogno, siamo pronti ad ampliare la disponibilità di posti letto».
In campo da lunedì anche la Brixsana: «Offriamo un servizio di pronto soccorso con tariffe contenute rispetto a quelle che applichiamo di solito, per alleggerire il carico sugli ospedali pubblici — fa sapere —. Nei primi giorni abbiamo avuto 70 pazienti. Niente ricoveri e niente operazioni chirurgiche, salvo rare eccezioni come una bimba di un anno e mezzo che aveva un problema alla mano, risolto in day surgery. Abbiamo allestito un tendone per il pre-triage, per evitare contagi. Lunedì abbiamo rimandato a casa una persona che presentava sintomi compatibili col virus, raccomandando di contattare il medico di base».
Waldner
Accolti pazienti dalla Geriatria del S. Maurizio: il piano è ospitare da noi quelli stabili
Il presidente Uno degli obiettivi è fare i tamponi a tutto il personale sanitario Abbiamo già iniziato, e ampliato la platea di persone da sottoporre a test