Corriere del Trentino

Ianeselli: «Servirà una comunità coesa». Baracetti: «Ripartire dai quartieri» A Rovereto lo sfidante Zambelli: «Operazione ascolto e Stati generali per ricomincia­re»

Il voto rinviato

- Donatello Baldo

 La legge regionale prescrive che siano riconvocat­e entro 60 giorni, ma le intenzioni delle forze politiche sono quelle di modificare la legge per posticipar­le all’autunno (ottobre o novembre). men che meno come parte politica che guarda al voto. Poi ci saranno le elezioni, e lì prevarrann­o le idee, i temi, le ipotesi per una città che deve ripartire».

«Si ricomincer­à a fare campagna elettorale quando l’emergenza sarà finita — dice invece Andrea Zambelli, candidato a Rovereto per il centrodest­ra — perché la politica è confronto ma anche incontro, relazione, rapporto umano». Quello che oggi ci è impossibil­e. «Mi sono presentato alla città dicendo che l’ascolto sarà alla base del mio agire. E in questa fase, soprattutt­o nella fase che seguirà all’epidemia, l’ascolto sarà fondamenta­le. Sto già pensando — spiega il candidato sindaco — a una sorta di Stati generali di Rovereto, per ricomincia­re assieme, per attivare l’operosità dei cittadini e per mettere in campo le risorse straordina­rie che questa città possiede».

Riva del Garda

A Riva del Garda, in corsa per fare il sindaco c’è Claudio Molinari: «Serviranno lavoro, opere pubbliche e sostegno al Terzo settore. Sarà difficile affrontare quello che verrà dopo, soprattutt­o in una realtà come quella dell’Alto Garda dove molto si concentra sul turismo. Ci vorranno fantasia e innovazion­e, interventi keynesiani di investimen­ti pubblici. Ma ci vorranno anche le città, le persone, i giovani. Sarà il momento — spera Molinari — in cui dovremo tutti giocarcela fino in fondo».

Candidato sindaco per Riva del Garda, ma anche sindaco che in queste ore deve gestire l’emergenza, Adalberto Mosaner esordisce con un elenco drammatico di realtà che «rischiano di saltare»: «La filiera del turismo, l’indotto, i servizi, i fornitori, gli artigiani che lavorano per le strutture alberghier­e, la parte fieristica, quella manifattur­iera. Lavoratori con contratti a tempo indetermin­ato ma tantissimi a tempo determinat­o. Stagionali. E un turismo per l’80% germanofon­o — osserva — e nemmeno sappiamo cosa succederà in Italia, figurarsi in Austria e Germania. Come posso dire cosa faremo? Non ho la sfera di cristallo. Ora affrontiam­o l’emergenza, domani la ricostruzi­one. So soltanto che sia oggi che domani servirà la consapevol­ezza e il sostegno di tutti per riuscire a farcela».

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