L’allarme degli alberghi «Ricavi ridotti fino al 73% Il pubblico intervenga»
Stanchina lancia il «piano Marshall per Trento»: «Facciamo in fretta»
L’assessore Failoni: «Vogliamo dare risposte in tempi rapidi. Il turismo? Cambierà radicalmente Una task force al lavoro per le soluzioni»
TRENTO «È prematuro provare a indicare date di apertura dei locali pubblici». Roberto Failoni invoca prudenza. Di fronte al grido di dolore di bar e ristoranti, preoccupati per l’effetto che la chiusura prolungata potrà avere sull’attività futura, l’assessore provinciale al commercio e turismo riordina le tappe del percorso. «Prima — dice Failoni — dobbiamo capire fino a quando verranno prolungate le chiusure. Poi valuteremo». Senza creare false aspettative: «Si sono fatte già troppe ipotesi. Dobbiamo andare avanti giorno per giorno». Nel frattempo, sottolinea l’assessore, si lavorerà per far fronte alla crisi. «Abbiamo creato una task force specifica sui temi economici — spiega — e abbiamo iniziato a lavorare. L’obiettivo è fare presto e bene, cercando di dare tutte le risposte necessarie». Con una precisazione: «Non sarà facile». Soprattutto per le categorie legate al turismo: l’estate, ormai alle porte, rischia di passare inosservata per bar, alberghi e ristoranti. «Siamo consapevoli — osserva l’assessore — che il turismo cambierà in modo radicale. Stiamo preparando diverse soluzioni». Conferma il governatore Maurizio Fugatti: «Fino a Pasqua dobbiamo essere cauti. Vogliamo riaprire prima possibile, queste sono categorie che ci stanno a cuore: ma bisogna fare attenzione».
Ed è proprio dal settore del turismo che arriva un messaggio chiaro. In una articolata lettera inviata al governatore, ma anche agli assessori Failoni e Achille Spinelli, il presidente degli Albergatori Giovanni Battaiola tratteggia un quadro preoccupante, con possibili riduzioni dei ricavi fino al 73% per il settore alberghiero. «Le conseguenze saranno pesanti anche per l’economia trentina» avverte Battaiola. Che elenca una serie di proposte per affrontare «una situazione straordinaria». In particolare, si chiede «un intervento pubblico a copertura dei danni sostenuti dalle aziende a causa dell’emergenza». Puntando a «immettere liquidità a breve a favore delle aziende», riattivando lo strumento dei prestiti partecipativi e sostenendo gli investimenti. Senza dimenticare l’eventuale valutazione di una cancellazione delle tasse e delle imposte locali.
Intanto, a livello cittadino, a tratteggiare i confini di un possibile rilancio per l’economia è Roberto Stanchina. Che pur nei margini di azione limitati del Comune («Sulle aperture possiamo fare ben poco, anche se non credo si potrà ripartire prima di magzione».
Il centro storico del capoluogo trentino visto attraverso un bar chiuso, con sedie e tavolini accantonati in attesa della riapertura gio» ammette) è pronto a elaborare un «piano straordinario» per bar e ristoranti, ma anche per i piccoli negozi della città. «Ne ho parlato anche in giunta» assicura l’assessore comunale. Che disegna i punti salienti di una strategia da attivare, avverte, «prima possibile». «È necessario — sottolinea Stanchina — istituire al più presto un tavolo di lavoro ad hoc». Obiettivo: garantire una «iniezione di liquidità alle aziende». E per fare questo, precisa l’assessore, «si dovrà mettere una mano sul cuore e una sul portafogli». Detto in altri termini: si dovrà «mettere sul piatto anche il nostro avanzo di amministraNon solo: «Se necessario — aggiunge Stanchina — si dovrà ricorrere all’indebitamento». Ben sapendo «che questa partita ci impegnerà per almeno due o tre anni. Non sarà un passaggio breve. Ma il Comune deve fare la propria parte».
Una prima mossa, in realtà, l’esecutivo l’ha già messa in campo, con il rinvio di alcune scadenze tariffarie e fiscali. Mentre lo stesso primo cittadino Alessandro Andreatta, martedì, ha invitato i proprietari di locali destinati ad attività commerciali a posticipare i pagamenti di locazione. «Ma si può e si deve fare di più: le aziende con 4-5 dipendenti in questo momento perdono dai 50 ai 70.000 euro al mese» avverte Stanchina, pronto a dare corpo al «Piano Marshall per Trento». «La Cosap — è la proposta — si potrebbe direttamente annullare. È chiaro: un’operazione del genere, da sola, non risolleverà le aziende in crisi. Ma rappresenterebbe un segnale di vicinanza». Unito magari a un impegno a favore della sburocratizzazione. Non solo: «Lancio un appello anche a Dolomiti Energia, perché faccia la sua parte». Insomma, una serie di interventi che, secondo Stanchina, permetterebbe alle aziende di non piombare nel baratro, in attesa di potersi avvalere dei contributi provinciali. «Bisogna però muoversi subito» incalza l’assessore. Che si rivolge a tutto il consiglio: «Questo è un piano che va attivato prima della scadenza elettorale. Serve quindi la collaborazione di tutti. Altrimenti non ne usciamo più». Guardando anche alla ricettività della città: se tutte le manifestazioni programmate per la primavera sono saltate, la speranza è ora per la seconda parte dell’anno. «Dovremo lavorare per un autunno ricco di eventi» conclude Stanchina.
Assessore Serve subito una iniezione di liquidità per le aziende. Per questo Palazzo Thun deve mettere sul piatto il suo avanzo di amministrazione e valutare la possibilità di ricorrere all’indebitamento. Istituiamo subito un tavolo di lavoro con tutte le categorie coinvolte