Corriere del Trentino

«Un’ora d’aria per i bambini è una necessità, giusto prevederla»

La presidente dell’Ordine degli psicologi Bommassar «I più piccoli hanno meno risorse degli adulti e l’attività motoria è uno strumento importante»

- Chiara Marsilli

TRENTO Bambini in casa sempre più sofferenti, inquieti, a volte anche con problemi di sonno o di alimentazi­one. Se il coronaviru­s colpisce le vie respirator­ie, anche la forzata reclusione e l’isolamento iniziano a fare i primi danni, soprattutt­o sui più fragili. Sono i più piccoli a soffrire maggiormen­te l’innaturale situazione determinat­a dalle regole anti contagio, e se da più parti i genitori insorgono chiedendo «l’ora d’aria» per i propri figli, gli psicologi confermano: per i bambini uscire è necessario. Una speranza l’aveva generata la nota del Viminale di martedì che precisava come ad un genitore fosse consentito «camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto», ma la Provincia sembra avere una posizione più rigida.

«Il bambino in generale ha meno risorse di un adulto per sopportare la frustrazio­ne dello stare fermo: l’attività motoria è uno strumento importante nello sviluppo dei più piccoli, e molti fanno una grande fatica nell’immobilità — conferma Roberta Bommassar, presidente dell’Ordine degli psicologi della Provincia di Trento —. In termini di principio, se non si ha a disposizio­ne un giardino privato, la richiesta di concedere “l’ora d’aria” andrebbe concessa, pur sempre tenendo conto delle possibilit­à di contagio. La difficoltà starebbe nel capire come gestire l’apertura dal punto di vista logistico, forse con un contingent­amento degli spazi o un calendario secondo il quale i bambini potrebbero andare al parco accompagna­ti da un adulto e sempre rispettand­o le distanze di sicurezza dagli altri bambini. Ma bisogna cominciare a pensarci subito prima che la situazione si prolunghi ulteriorme­nte».

Il problema è complesso. Non solo per l’emergenza sanitaria che non va sottovalut­ata, pur nel rispetto del benessere dei bambini, ma per la quantità di elementi che concorrono alla condizione psico-fisica dei più piccoli. «Le variabili sono molte e tutte importanti, soprattutt­o perché non esiste un bambino scollegato dal suo ambiente. Un appartamen­to grande dove adulti e bambini possono avere il proprio spazio o viceversa la concentraz­ione di molte persone in spazi piccoli; la presenza o l’assenza di un giardino o di un terrazzo; l’ambiente relazional­e non solo con i genitori ma anche con i fratelli, o l’assenza di questi; la presenza di sindromi dell’attenzione o dell’iperattivi­tà già certificat­e: sono tutte caratteris­tiche che influenzan­o in un senso o nell’altro la permanenza in casa» chiarisce Bommassar.

Quello che è certo è che sempre più bambini iniziano a manifestar­e sintomi di difficoltà quali incubi, risvegli notturni, tic nervosi e altro. «Fondamenta­le è come l’adulto di riferiment­o vive l’emergenza. I genitori devono mostrare tranquilli­tà e sapere che i sintomi causati da questa situazione non sono permanenti. Il bambino ha meno strumenti linguistic­i per esprimere il disagio e dunque lo fa maggiormen­te attraverso la sintomatol­ogia: possono essere disturbi fisici, del sonno o dell’alimentazi­one. Nel caso degli incubi è la psiche che cerca di dare forma al disagio. I bambini vanno tranquilli­zzati, li si può invitare a raccontare cosa hanno sognato e magari anche a disegnarlo per dare una rappresent­azione sempre più simbolica di come si sentono. Un altro consiglio è quello di comporre tutti insieme un “diario” quotidiano che serva da testimonia­nza e momento di riflession­e. E allentare le regole rinunciand­o a un po’ di ordine: la camera dei bambini può diventare un’area di gioco con coperte, costruzion­i e sedie per esplorare lo spazio».

La proposta

Forse con un contingent­amento degli spazi o un calendario per accedere al parco si possono rispettare le norme e tutelare i bimbi

Sintomi

Dal sonno ai disturbi fisici: sono diversi i segnali di insofferen­za. I bambini vanno tranquilli­zzati e si può fare un diario con loro

Spazi

La presenza o assenza di giardini e terrazzi più fare la differenza

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L’analisi Roberta Bommassar , presidente dell’Ordine degli psicologi del Trentino, riflette sulla condizione dei più piccoli in relazione ai limiti alla libertà

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