Corriere del Trentino

Felix Lalù e il paesaggio (umano) della Val di Non

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«No hablo ladino» è il primo disco inciso in dialetto noneso dal poliedrico Oscar De Bertoldi, in arte Felix Lalù. L’album è uscito alla vigilia di Natale e ha già fatto parlare di sé, sia per i contenuti musicali che per il libretto che lo accompagna: un ritratto contempora­neo della Val di Non a cura di diversi artisti locali. Ora l’occasione per riparlarne è data dall’uscita di una nuova versione di «’Ndo Vas», il brano più struggente e drammatico dell’album, nel remix di Massimilia­no Santoni, anche lui noneso ma di stanza a Milano. Il chitarrist­a dei To You Mom dà alla canzone un tappeto elettronic­o ossessivo che rende le voci di Felix Lalù e Francesca Endrizzi ancora più intense nel raccontare una storia di uxoricidio realmente accaduta. A fare da contraltar­e, gli episodi più distesi come «Nones sclet», che descrive con pungente ironia la tipologia del noneso puro, o il fanfarone locale messo alla berlina in «Zigheret». «Montura» è una poesia in quartine che Felix Lalù ha successiva­mente musicato e rappresent­a il manifesto filosofico del disco. «Arent a ti» è una canzone d’amore alla sua compagna che l’uso del dialetto rende ancora più urgente e diretta. E non mancano i momenti rock come «I me dis che (bevi)» e «Pache!Fighe!Freni a man!», dai connotati quasi metal. (Fabio Nappi)

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