Supermercati, obbligo di guanti e mascherine
Sono 6 i morti registrati, 95 i nuovi contagi Rapporto tra positivi e tamponi al 15,8% Il governatore: gruppi di lavoro per la ripresa
Dalla prossima settimana per andare a fare la spesa serviranno guanti e mascherine. Lo ha annunciato ieri il governatore Maurizio Fugatti, che ha anche fatto capire di essere al lavoro per la fase 2, la ripresa dopo l’emergenza: «Ma prima deve finire la fase 1, che è ancora in corso» è stato il monito del presidente della Provincia.
Maurizio Fugatti ha usato un’immagine significativa: «Vediamo la luce in fondo al tunnel. Ma il tunnel è lungo». In un’altra giornata negativa sul fronte dei decessi, anche se meno drammatica dei giorni precedenti (6 le morti registrate ieri, 95 i nuovi contagi), il governatore trentino ha parlato per la prima volta di «Fase 2», della ripresa. La stessa a cui sta lavorando anche il governo nazionale e che, stanno alle indiscrezioni, vedrebbe le due province di Trento e Bolzano indicate come territori pilota per abbozzare i primi allentamenti di misure che ad oggi rimangono saldamente contenitive. «Ce l’abbiamo nel cuore anche noi la fase 2 — ha assicurato Fugatti — tanto che abbiamo costituito due gruppi di lavoro composti da esperti proprio per iniziare a gettare lo sguardo oltre». Ma oggi, ha aggiunto subito il presidente, è ancora presto: «La fase 2 ci sarà quando la fase 1 sarà finita. E oggi non lo è». Se ne riparlerà dunque la prossima settimana, in base ai dati e all’andamento della curva dei contagi.
Il quadro
Proprio da qui ieri sono ripartiti Fugatti e l’assessora Stefania Segnana. Disegnando una giornata in miglioramento rispetto a venerdì. «Ma si parla sempre di decessi e quindi il dramma rimane» ha precisato il governatore. Sei dunque, i morti registrati ieri (un uomo di Borgo Chiese di 75 anni, una signora di 94 anni di Pejo, un uomo di 71 anni di Sen Jan Fassa, una donna di 89 anni di Pinzolo, una donna di 76 anni di Campitello di Fassa e un signore di 92 anni di Predazzo), ai quali si aggiungono due decessi avvenuti in Veneto ma relativi a residenti di Canal San Bovo. Salgono dunque a 210 le vittime da coronavirus, mentre i guariti sono 258, 81 le persone in terapia intensiva. Per quanto riguarda i contagi, ieri il bilancio è stato di 95 (il totale sale quindi a 2.984): di questi, 89 risultati positivi con il tampone, 6 senza (circa 750 i tamponi eseguiti ieri: si dovrebbe arrivare a mille nel corso della prossima settimana). E sta meglio la bambina di 5 anni contagiata del Primiero: è a casa con il padre. «Si registra una certa stabilità nell’andamento complessivo dei contagi, ma il dato è ancora pesante» ha analizzato Fugatti, che però ha aggiunto una nota positiva: il rapporto tra numero di contagi e numero di tamponi si sta riducendo. In sostanza, se si era raggiunta una percentuale del 40-45% di contagi sul totale di tamponi effettuati, oggi il valore è sceso al 15,8%. «Ma questo — è stato il monito — non vuol dire che dobbiamo cambiare registro». Anzi: «La stragrande maggioranza dei trentini — ha ricordato Fugatti — rispetta le regole. Ma c’è chi ancora non lo fa. Lo so che in giornate di sole si fa fatica a stare a casa, ma i nostri nonni morivano al fronte nelle primavere di guerra».
I controlli
Ieri, intanto, il presidente ha firmato le linee guida da applicare nei 5 comuni con il più alto tasso di contagio. «Non si tratta di zone rosse: in questi territori aumenteranno i controlli e si effettueranno i test sierologici» ha specificato il governatore. Che ha dettato anche una nuova regola da applicare a tutta la provincia a partire probabilmente già dalla prossima settimana: «Domani (oggi, ndr) i supermercati sono chiusi. Ma da lunedì saranno obbligatori guanti e mascherine per andare a fare la spesa. Arriverà l’indicazione precisa». Vietata la presenza in giardino di più famiglie: «È assembramento». I controlli, del resto, ci sono: 2.440 le persone fermate ieri, 74 le denunce, oltre 900 gli esercizi verificati. «C’è una minoranza di trentini che non vuole rassegnarsi alle regole» ha spiegato il comandate provinciale dei carabinieri Simone Salotti. Che ha promesso maggiori controlli dove si registrano presenze sopra la media.
Le testimonianze
E se le immagini «dalla trincea» dell’ospedale di Rovereto ieri hanno fatto breccia, a raccontare lo «tsunami» di marzo è stato anche Roberto Moggio, direttore dell’unità operativa di medicina interna dell’ospedale di Cavalese. «Teniamo duro, il morale è alto» ha detto. «Tutti — ha aggiunto — hanno rinunciato alla loro specializzazione per remare nella stessa direzione, per aiutare i malati». Intanto si continua a lavorare per reperire i dispositivi di protezione individuale. Grazie alla disponibilità delle truppe alpine, ha spiegato il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria Pier Paolo Benetollo, sono stati recuperati 100 scatoloni di materiale in una fabbrica in provincia di Assisi.
Vediamo la luce, ma il tunnel è ancora lungo
Le truppe alpine hanno recuperato dispositivi