Corriere del Trentino

«Moratoria degli affitti? Siamo in crisi anche noi»

- Erica Ferro

Il punto di domanda più grande, come per molti, riguarda le prospettiv­e future una volta che l’emergenza sanitaria sarà lasciata alle spalle. «Che ripercussi­oni avrà il coronaviru­s sul mercato immobiliar­e?» si chiede Severino Rigotti, presidente provincial­e di Fimaa, la Federazion­e nazionale degli agenti immobiliar­i e d’affari in mediazione. «Il settore stava uscendo dalle difficoltà della crisi economica del 2008 — commenta — e ora verrà inevitabil­mente ributtato indietro di parecchi anni».

«I telefoni all’interno delle agenzie immobiliar­i del nord Italia hanno smesso di squillare. Gli effetti economici dell’emergenza coronaviru­s stanno mettendo in ginocchio le agenzie, gli operatori e le loro famiglie» dichiarava il presidente nazionale di Fimaa Santino

Taverna già il 9 marzo. «Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo già contare i danni — ammette Rigotti — faccio solo un esempio: i nostri associati hanno già chiesto lo sconto sulla quota annuale da pagare alla Federazion­e. Le agenzie immobiliar­i della nostra provincia, inoltre, non sono strutturat­e come quelle di luoghi più importanti come può essere la Lombardia: si tratta per la maggior parte di realtà individual­i, andare in difficoltà è un attimo». Anche perché, aggiunge Rigotti, «noi agenti immobiliar­i appartenia­mo alle categorie di lavoratori che non possono più esercitare. Non possiamo muoverci da casa né avere contatti coi clienti, possiamo solo cercare di portare a termine, tra mille difficoltà, le pratiche che avevamo in corso con magari rogiti in scadenza o preliminar­i da consegnare, atti da registrare». Senza contare che verosimilm­ente, a oggi, a tutto si pensi meno che a cercare casa. «L’auspicio è che quando la ripresa lentamente comincerà potremo essere tra le prime attività profession­ali alle quali sarà consentito di esercitare nuovamente». È quanto ha intenzione di chiedere la Fimaa al governo, insieme all’estensione del credito di imposta pari al 60% dell’affitto versato o da versare per negozi e botteghe (provvedime­nto contenuto nel decreto «Cura Italia») anche ad altre categorie di immobili come uffici e studi privati, magazzini, alberghi, teatri, cinema: un provvedime­nto che effettivam­ente potrebbe essere contenuto nel nuovo decreto di aprile.

«I proprietar­i degli immobili che ospitano negozi o imprese chiusi a causa del coronaviru­s posticipin­o il pagamento degli affitti in queste settimane, così contribuir­anno alla salvezza e alla ripartenza di molte attività economiche» è stato l’appello lanciato qualche giorno fa dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta. «Un invito a trovare soluzioni, come è auspicabil­e si provi a fare — commenta Rigotti — ma quando ci si addentra nelle proprietà delle singole persone non è facile interagire. Il danno è reciproco, sia per il proprietar­io di un immobile che per chi deve pagare la locazione e la legge della contrattis­tica parla chiaro, l’affitto va pagato. Bisognereb­be escogitare qualche sistema per poter dare una mano a entrambe le figure».

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