La stretta sui 5 Comuni «Mascherine distribuite ora attendiamo i test»
«Non è una penalizzazione, ma un’opportunità. Non siamo zona rossa». Sono queste le due affermazioni condivise dai sindaci dei 5 Comuni dove la battaglia contro il Covid-19 si concentrerà dalla prossima settimana secondo il piano speciale della Provincia e della Protezione civile. Con la distribuzione da ieri delle mascherine, due per abitante da indossare sempre in pubblico, messe nelle buche delle lettere insieme ad una lettera del sindaco, limiti sugli spostamenti per motivi essenziali con posti di blocco in entrata dei paesi e testi sierologici per gli anticorpi. Dalla prossima settimana.
A Vermiglio, Canazei, Campitello di Fassa, Borgo Chiese e Pieve di Bono i primi cittadini sono pronti e collaborativi. «Sono in prima linea sul territorio con le difficoltà e il rapporto con cittadini e li ringrazio per la posizione costruttiva che hanno avuto», ha dichiarato ieri il presidente della Provincia Maurizio Fugatti durante la conferenza stampa sul virus.
Comuni che scontano l’ultima affluenza turistica con l’impennata di casi con percentuali di contagiati dal 2,44 al 3,20% della popolazione. Una nuova strategie in queste aree dove nel frattempo è rallentata la corsa, ma dove serve confermare l’andamento. «Vogliamo dare una forte attenzione a questi Comuni che non sono zona rossa — ha sottolineato ieri Fugatti — anche con il controllo epidemiologico, una sperimentazione innovativa».
«Massima collaborazione da parte della mia comunità per prestarsi e cogliere un’opportunità di maggior controllo nello sviluppo dei comportamenti virtuosi che contribuiscono alla sicurezza di tutti» risponde a distanza la sindaca di Vermiglio, Anna Panizza. Che prosegue: «Nessuna zona rossa, c’è un’intensificazione dei controlli in entrata e in uscita dal Comune, un’integrazione rispetto a quello già fatto con verifiche più puntuali per i Comuni più colpiti dal virus: noi abbiamo una percentuale del 2,5% su 1.879 abitanti: 47 casi, 13 ricoverati, 22 a domicilio e 10 dimessi, purtroppo anche 2 decessi», aggiunge snocciolando i dati riferibili a venerdì. «È un virus subdolo inaspettato, come sindaci siamo tutti i giorni in emergenza, a 360 gradi e attivi 24 ore al giorno».
Un lavoro pesante anche per Silvano Parmesani, sindaco di Canazei, 1810 abitanti: «È pesante ma si fa — esordisce — quella applicata è una soluzione intermedia e la ritengo un’opportunità interessante dopo un lavoro importante che ci ha portato negli ultimi 4 giorni ad avere zero casi dopo aver scontato una partenza dolorosa, frutto del lavoro in precedenza: continuiamo a lavorare in questa direzione, sono contento di stringere la cinghia perché la gente sia sicura e non ci si adagi per il bene del mio paese». Ben visto anche il test sierologico. «Vorrei consegnare in tempi relativamente brevi Canazei nel suo splendore per affrontare il futuro. Spero per l’estate, ho fiducia, sono orgoglioso dei buoni dati ottenuti finora, avanti così».
Sconta la vicinanza con il Bresciano (10 chilometri) il comune di Borgo Chiese, 2.000 abitanti, come spiega il sindaco Claudio Pucci: «A ieri (venerdì, ndr) abbiamo 67 contagi, c’è una stabilizzazione ma non bisogna abbassare la guardia con i molti contatti per lavoro e amicizie con la Lombardia: siamo un luogo di passaggio, ecco perché apprezzo questa attenzione in più». E il sindaco di Pieve di Bono-Prezzo, Attilio Maestri, mentre aiuta nella gestione della distribuzione delle mascherine con i vigili del fuoco, vede di buon occhio la stretta: «È un’opportunità, noi siamo collegati a Borgo Chiese, anche territorialmente, magari così riusciamo a costruire un cuscinetto neutro: siamo in una battaglia come tutti gli altri, vediamo di uscirne insieme al più presto», auspica Maestri. Mentre per Ivo Bernard, sindaco di Campitello di Fassa «non cambierà granché rispetto alle regole già in campo, ma facciamo tutto quello che serve», afferma.
Fugatti Vogliamo dare una forte attenzione a queste aree anche con il test epidemiologico innovativo