Altra lampada da accendere
Tra le lampade che possiamo accendere per illuminarci il passo in questi terribili momenti, non possono mancare né la grande letteratura, né la poesia, né il buon cinema, veri e propri strumenti di conoscenza e interpretazione della realtà. Poi,certo, queste emozioni, storie, visioni dovranno lasciare il campo a una luce ben più potente e originaria, più decisiva di ogni altro linguaggio e sapere: ma proviamo a procedere, con molta cautela.
«Né il sole né la morte possono essere guardati fissamente»: è una riflessione di La Rochefoucauld citata nello splendido finale de «La presa del potere da parte di Luigi XIV», film- capolavoro di Roberto Rossellini (1966). Dopo la passeggiata nei giardini di Versailles, fra gli inchini dei nobili e il saluto dei cortigiani, il sovrano si ritira nelle sue stanze, si spoglia dei simboli del potere e, ritornato uomo, legge il suo filosofo preferito e pensa ad alta voce: «Né il sole né la morte...». Ma mentre il sole può abbagliarci per un attimo, non possiamo in alcun modo sopportare la vista della morte, lo sguardo della Medusa, l’incontro tragico che pietrifica e uccide, il massimo dell’inconoscibile. Soprattutto oggi, di fronte alle terribili immagini esibite dai giornali, web e televisioni, esplode il pensiero estremo, quello che ci conduce alla riflessione sull’annullamento, cioè la contraddizione suprema, l’assurdo: un «qualcosa», la morte, che è niente, un nemico che si sdoppia, un’identità che ci sfugge, anzi ci inganna.
Alla ricerca di un «farmaco», attraverso i secoli,l’umanità ha creduto di trovare il rimedio ora nelle forme del mito, negli dei, nelle religioni, nella filosofia e, oggi, nella potenza della tecnica guidata dalla scienza moderna. Tutte forme di «riparo» parzialmente e apparentemente differenti, che tuttavia possiedono un’anima comune perché condividono la stessa fede, credono in sostanza che tutti noi,insieme alla varietà delle cose di questo mondo, si sia niente («polvere sei e polvere ritornerai»). Così ci illudiamo di morire in modo diverso quando lasciamo questa terra: alcuni con la speranza in Dio e nella resurrezione della carne, altri convinti del materialismo o aggrappati al pensiero scientifico ( l’ ultima divinità).
Ma al di là e al di sopra della cultura dominante, al di fuori della logica stessa del «rimedio», ci attende (forse?) un orizzonte assolutamente diverso, un sapere futuro che ci sussurra la vera buona novella, cioè che tutto (Tutto) è già salvo dal tempo e dalla morte. Adesso, però,fermiamoci qui, almeno per ora. Abbiamo tentato di spingerci troppo avanti,con scarso ordine e poca prudenza, ed ecco che il linguaggio, pur con i suoi limiti,ci ha trascinato dentro questa terribile complessità, nel cuore della notte. Torniamo allora sui nostri passi, laddove siamo partiti: un altro film, un bel libro, un grande poeta, un maestro del pensiero, insomma un’altra lampada da accendere. Dunque, come mi piace ripetere, proviamo ancora ad arrampicarci sulle spalle dei giganti.