Corriere del Trentino

Andreaus: «Avremo una vita più costosa»

Andreaus: «Il distanziam­ento sociale impatterà su diversi settori: non sarà tutto come prima» Erzegovesi: «Sguardo ancora sull’immediato»

- Di Marika Giovannini

In futuro la vita sarà più costosa. «Il distanziam­ento sociale avrà degli impatti» avverte Michele Andreaus, economista, membro dei gruppi di lavoro istituiti dalla Provincia per preparare la fase 2. Che prospetta conseguenz­e anche sulla stagione invernale e sullo sci. Invita ad avere coraggio invece il futurista Roberto Poli.

TRENTO Gli scenari, per ora, sono stati solo abbozzati: i gruppi di lavoro creati dalla giunta provincial­e per iniziare a dare corpo a quella fase 2 che il Trentino (ma non solo) sta aspettando con ansia hanno gettato le basi di un percorso che avrà bisogno di tempo per riuscire a tracciare un disegno complessiv­o. «Il quadro è complesso» spiegano gli esperti incaricati dall’esecutivo, che nei giorni scorsi si sono (video)incontrati per la prima volta per cercare di individuar­e alcuni punti fermi. E cominciare a confrontar­e idee, prospettiv­e, visioni per dare ossigeno a un’economia trentina che oggi trema, agitata da incognite e tante paure.

«I timori ci sono e non potrebbe essere altrimenti» osserva Michele Andreaus, professore di economia aziendale all’università di Trento, membro del gruppo tecnico operativo. «Se si chiude il rubinetto della liquidità — prosegue l’economista — le piccole imprese vanno in tensione finanziari­a. E più lungo sarà il lockdown, più grave sarà questa tensione». Si deve guardare avanti, dunque: «Si scorge quantomeno un bagliore in fondo al tunnel». Con una speranza in più: la possibilit­à di vedere Trentino e Alto Adige come territori pilota dove sperimenta­re i primi allentamen­ti, secondo Andreaus, può essere «credibile». Attenzione però: prima di ripartire, «definendo tutte le misure di massima sicurezza per i lavoratori», si dovrà essere consapevol­i di un aspetto fondamenta­le. «Non sarà tutto come prima» avverte il professore. «Il distanziam­ento sociale — entra più nello specifico — impatterà molto su alcuni settori». Bar e ristoranti prima di tutto, la cui stagione estiva già oggi è un punto di domanda: «Il turismo — ammette Andreaus — sarà tutto da rivedere. Ammesso che si riesca a uscire di casa, il turismo estivo sarà necessaria­mente locale». Ma non solo: se il vaccino non sarà individuat­o entro l’autunno, il rischio è che gli effetti condizioni­no anche la prossima stagione invernale. Settore dello sci compreso: «Se si dovrà ragionare ancora sulla base del distanziam­ento sociale, non potremo pensare di avere centinaia di persone in funivia». Insomma, almeno nel breve periodo la vita avrà un sapore diverso. «Gli strascichi — è la prospettiv­a tracciata dall’economista — si vedranno per almeno un paio d’anni. Non vuol dire stare in casa due anni. Ma gli effetti si percepiran­no a lungo». Non sarà però solo la distanza fisica a cambiare la nostra quotidiani­tà. O meglio: la distanza avrà ulteriori conseguenz­e sulla nostra vita. «Se si dovrà garantire una distanza di sicurezza, bar, ristoranti, ma anche aerei, dovranno dimezzare coperti e posti. Ma i loro costi fissi rimarranno invariati e quindi aumenteran­no i prezzi. Sarà un modo di vivere più costoso».

E il nodo dei soldi agita anche i governi. «Dopo i primi interventi locali — avverte Andreaus — si dovrà fare di più. Ma serviranno risorse che oggi il Trentino non ha». Quindi? Gli occhi sono rivolti all’Europa: «Negli ultimi giorni sembrano esserci segnali di apertura a livello europeo».

Parte dal livello europeo, per poi declinare la riflession­e anche a livello nazionale e locale, anche Luca Erzegovesi, professore di finanza aziendale all’Università di Trento, anche lui membro del gruppo tecnico operativo avviato dalla giunta. Che preferisce un approccio più prudente: «Meglio rimanere sui passi immediati, con lo sguardo alto a ciò che ci attende ma facendo attenzione a non inciampare nei primi metri. Non dobbiamo dimenticar­e le emergenze». Il messaggio è chiaro: «È necessario dare la giusta attenzione alla fase 1». E con essa a tutti i provvedime­nti che si stanno attuando a livello europeo, nazionale e locale. «Sono tutti — prosegue Erzegovesi — laboratori aperti, ogni giorno soggetti a modifiche e a misure nuove». L’occhio è dunque sull’immediato: «È importante avere una capacità di leggere con discernime­nto i bisogni». Che per le imprese portano in un’unica direzione: liquidità. Agendo anche sul credito, come si sta facendo a livello provincial­e: «Veniamo da un lungo periodo di restrizion­i relative alla concession­e di credito alle aziende meno solide. Oggi si allentano i criteri». In questo quadro, avverte l’economista, è necessario muoversi con cautela. Valutando attentamen­te il presente: «Immaginare come ne usciremo può distrarre dall’affrontare il “giorno per giorno”. Meglio evitare giudizi affrettati».

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Locali chiusi Un bar affacciato su piazza Duomo oggi inattivo: si attende l’inizio della fase 2
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